Scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, tra puglia e Governo centrale con il Presidente della Regione Emiliano che punta il dito contro il PD e finisce nel mirino dei 5Stelle.
Caso TAP
Il caso tap (Trans Adriatic Pipeline) deflagra di prima mattina, quando sarebbero dovuto partire i lavori per espiantare i circa 200 ulivi per fare spazio al tracciato del tunnel del gasdotto Adriatico che collegherà l'Italia all'Azerbaigian. Il disco verde è arrivato ieri, 27 marzo, dal consiglio di Stato che ha dato via libera alla realizzazione respingendo gli appelli della Regione Puglia e del comune di Meledugno nel Salento, dove terminerà la struttura, linea sostenuta dal Ministero dell'Ambiente con una nota di autorizzazione.
Scontri tra manifestanti e polizia
I manifestanti non ci stanno e sostengono che il gasdotto non può passare da una zona di pregio naturalistico e che lo Stato non può ignorare gli enti locali. Alla protesta risponde la polizia, bilancio di oggi pomeriggio: 5 ulivi spiantati e qualche contuso e per questo sindaci e polizia convocati dal Prefetto. Nel mondo politico le cariche diventano verbali. Grillo dal suo blog attacca Emiliano e il Governatore è sempre pronto a strizzare gli occhi alle parole d'ordine dei 5Stelle: "svegliati e dimettiti" si legge nel post "potevi evitare tutto questo, ma non hai fatto ancora niente e la Puglia ha bisogno di essere governato da un Presidente e non da uno showman".
Emiliano attacca il Governo
Parole accompagnate dall'accusa di essere troppo impegnato a scalare il PD per occuparsi della sua Regione. Il Governatore avrebbe dovuto, secondo loro, impugnare la nota con quel Ministero che ha dato via libera all'operazione. Mossa che in realtà Emiliano mette in scena negli stessi minuti in cui compare il blog, prendendo ancora una volta le distanze dal Governo targato Pd come già aveva fatto ai tempi del Referendum sulle trivelle con Renzi.
"L'Esecutivo è incapace di ascoltare la Puglia" accusa, "sta utilizzando le forze dell'ordine per risolvere una questione politica". Rivendica infatti la possibilità di scegliere dove fare questa opera, un'approdo alternativo sarebbe già stato individuato con i comuni delle zone interessate, che da stasera sono convocate in un tavolo permanente con il Governatore per decidere le contromosse.
Singolare che a dare un'arma in più ad Emiliano sia la sconfitta di Renzi al Referendum del 4 dicembre. Senza revisione della carta resta valida la necessità di un'intesa forte tra Stato centrale ed enti locali ai fini della localizzazione e realizzazione delle infrastrutture lineare energetiche come i gasdotti. La Regione lamenta di non essere mai stata interpellata la palla adesso è nelle mani della Consulta.