Il reddito di inclusione si avvia a diventare una nuova legge dello Stato italiano. Si tratta di uno strumento indispensabile di politica attiva per contrastare la povertà che, come una macchia di petrolio, si sta allargando a tutti gli strati della società italiana, a causa della crisi economica peggiore della storia.

Gentiloni - come riferisce il "Corriere della Sera" - dopo l'approvazione della legge delega da parte del Parlamento, ha firmato il memorandum di intesa con l'Alleanza contro la povertà. A breve, dunque, dovrebbero essere realizzati anche i decreti attuativi.

La dotazione del Fondo, che sarà chiamato ad erogare un sostegno al reddito di 485 euro, è stata portata a 2 miliardi di euro rispetto agli iniziali 200 milioni, allo scopo di ampliare al massimo la platea dei beneficiari, considerando che in Italia, a causa del perdurare della crisi, si stima la presenza di circa 4,5 milioni di famiglie in povertà assoluta. E, come indica "Repubblica", l'agevolazione sarà disponibile anche ai piccoli proprietari immobiliari che non hanno altre fonti di reddito, e il cui Isee non supera i 6mila euro.

I criteri per poter accedere al Rei

Come indicato dal Governo, l'Isee di 6mila euro non sarà l'unico criterio adottato per poter rientrare tra i beneficiari del Rei o reddito di inclusione sociale.

Infatti, per poter accedere al sostegno verrà introdotto anche l'Isr o indicatore della situazione reddituale, il cui limite è stato posto a 3mila euro. I due parametri verranno considerati complementari per poter determinare la consistenza maggiore o minore dell'assegno. Per il primo anno di sperimentazione, la misura si baserà sull'importo della pensione sociale per gli ultrasessantacinquenni, dunque ammonterà a 485 euro.

L'assegno sarà proporzionato anche alla composizione del nucleo familiare e alla presenza, o meno, di persone disabili.

Ricordiamo che si tratta di un sostegno volto ad integrare il reddito, quindi se già si possiede un Lavoro sarà proporzionalmente ridotto. Alla stessa maniera, non è cumulabile con altri sussidi, ad eccezione dell'indennità di accompagnamento.

Siccome la logica di quest'intervento non è quella dell' assistenzialismo - che tanti danni ha fatto in Italia - il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha annunciato che verranno potenziati gli organici dei centri per l'impiego di almeno 600 persone, per poter illustrare ai cittadini la misura e le altre politiche attive di inclusione.

Inoltre saranno coinvolte anche le piccole realtà comunali, che potranno creare delle società consorziate tra loro per poter indirizzare dovutamente le persone e riqualificarle. A questo scopo, una quota del Fondo - pari a circa il 15% delle risorse - sarà vincolata a tal fine e non si potrà derogare.

In questa maniera tutti gli attori sociali saranno coinvolti nel reinserimento e nella riqualificazione dei lavoratori.