italia Paese di impiegati e di famiglie di operai in pensione. È stato pubblicato il Rapporto Annuale dell'Istat, che per il 2017 ha analizzato i nuclei familiari italiani dalla prospettiva del gruppo sociale. Secondo i dati, tra le 25775 famiglie nel territorio nazionale, quasi 6000 (esattamente 5852) sono formate da operai pensionati, per un totale di circa 10500 persone, praticamente due a nucleo. A seguire gli impiegati, con oltre 4500 famiglie, ma più numerosi per quanto riguarda i singoli, oltre 12 mila.

Redditi per famiglie

Se le famiglie di operai sono considerate a reddito medio, quelle di impiegati vengono classificate come benestanti.

Le statistiche mostrano come in Italia più di 2000 famiglie hanno una pensione a reddito alto, cosiddetta “d'argento”. Per quanto riguarda la classe dirigente, sono oltre 1800 le persone ad avere un reddito del 70% sopra la media, generalmente laureate o anche con un titolo post-laurea.

Le famiglie meno abbienti

Ben 1893 le famiglie, circa 4730 persone, che hanno più risentito della crisi e che hanno un reddito del 40% inferiore alla media. Sono quelle con stranieri. Tanti anche i nuclei a basso reddito composti da soli italiani, perlopiù composti da un alto numero di membri: sono 2000 famiglie per oltre 8200 persone. Piuttosto male anche la provincia, con 846 famiglie numerose e a basso reddito.

Le famiglie di stranieri rappresentano il 32,4% di quelle povere, mentre i singoli sono il 37,5%, contro il 12% di italiani.

Livello d'istruzione

L'istruzione risente molto spesso dell'estrazione e del reddito della famiglia di provenienza. Secondo il Rapporto Istat, il 40% dei ragazzi di famiglie con istruzione carente non supera la licenza media e solo il 10% arriva alla laurea.

Solo il 27% dei giovani laureati ha almeno un genitore con un titolo universitario, ma l'incidenza sale per le lauree in ambito scientifico, giurisprudenza e architettura, attestandosi al 40%. Per quanto riguarda i diplomi, nelle famiglie della classe dirigente quelli ottenuti in un liceo sono otto volte superiori a quelli in istituti professionali, tre volte tra i benestanti e il doppio nelle famiglie di impiegati.

Salute

Sale dal 4 al 6,5% negli ultimi sette anni il numero di persone che ha rinunciato a visite di controllo, perché troppo costose. Peggio nel Sud Italia, con gli incrementi maggiori. Accentuato anche in questo ambito il dislivello, circa il 75% delle famiglie più abbienti si dichiara in buona salute, contro il 60% di chi ha un reddito inferiore. Il 40% invece non pratica nessuno sport o attività fisica, con le donne al 43% a fronte di un 35% di uomini.

L'invecchiamento dell'Italia

L'Italia ha il maggior numero di ultra sessantacinquenni, riferisce l'Istat, pari al 22%. Se la speranza di vita cresce, diminuisce la natalità, record negativo nel 2016.

Frammentazione sociale

La “frammentazione del tessuto sociale” ha indebolito il “concetto di classe”, analizza i dati il presidente dell'Istat Giorgio Alleva.

La lettura delle statistiche suggerisce che i problemi sono lavoro e redistribuzione del reddito, ma le necessità di un intervento pubblico sono anche nella rimozione degli ostacoli alle pari opportunità, in particolar modo nella “formazione, innovazione e modernizzazione delle istituzioni”, continua Alleva, “strada obbligata” per migliorare la questione reddito per le famiglie e per i singoli individui in Italia.