Accolta dal Tar del Lazio l’istanza presentata dalla regione puglia che chiedeva la sospensione dell’espianto di circa 200 ulivi per favorire la realizzazione del gasdotto trans-Adriatico tap, la cosiddetta “fase 0”. Tutto è rinviato all’udienza per l’istanza cautelare prevista per il 19 aprile.

La sentenza che congela il progetto Tap

Gabriella De Michele, giudice amministrativo, spiega nella sentenza come la questione riguardi “notevoli interessi pubblici riferiti a un’opera di importanza strategica nazionale”, di cui la messa in pratica “deve ritenersi approvata definitivamente solo con puntuali misure di mitigazione dell’impatto ambientale, riferite ai ripristini vegetazionali”, cioè al re-impiantamento degli ulivi.

Boicottaggio della Tap

Intanto in diversi luoghi, come San Basilio e San Foca di Melendugno, sono stati rilevati danneggiamenti, probabilmente opera di boicottaggio di attivisti ambientalisti. È stata divelta infatti la recinzione metallica a protezione del lotto A/1, da cui appunto dovrebbero essere trasferiti gli ulivi. Bloccate da barricate anche alcune strade che portano al cantiere dove si lavora per la realizzazione della Tap.

Salta l’accordo ministero-no Tap

Il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda continua per la sua strada, ieri aveva affermato come i lavori per il gasdotto non si sarebbero fermati. Dichiarazioni non gradite dai no Tap, che dopo i tafferugli della settimana scorsa avevano accettato una tregua affinché venissero messi in sicurezza gli ulivi abbandonati dopo la manifestazione.

Sorridono i no Tap

“Finalmente la giustizia può dare una risposta sui disguidi in merito alla prescrizione mai rilasciata dalla Regione e che impediva gli espianti”, commenta soddisfatto il presidente del comitato no Tap Salento Alfredo Pasiello. “Con arroganza e prepotenza il ministero dell’Ambiente ha permesso la mattanza di ulivi”. La gioia è condivisa con “tutti gli attivisti che in questi giorni hanno difeso la propria terra” dall’installazione del gasdotto Tap.