Medici Senza Frontiere (MSF), una delle Ong tirate in ballo dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro per presunti rapporti con gli scafisti per agevolare il traffico di migranti – tiro poi corretto in Commissione Difesa del Senato, dicendo che “non si può fare di tutta l'erba un fascio” - decide sul suo profilo facebook di fugare ogni dubbio sulla trasparenza delle proprie attività nel Mediterraneo.

Nessuna chiamata dai trafficanti

La procedura standard in caso un barcone di migranti necessiti aiuto, spiega MSF, è avvisare la Guardia Costiera italiana, che prende in mano le redini dell'operazione di salvataggio, coinvolgendo le imbarcazioni più prossime fra quelle di Frontex, Eunavfor Med, Marina Militare, navi commerciali o una delle stesse Ong.

Nessun contatto diretto con i trafficanti, dunque, respinge le accuse MSF.

I 'taxi dei migranti'

MSF spiega che tutte le persone soccorse vengono condotte nei porti segnalati dalle autorità italiane ed europee con l'unico scopo di ovviare all'assenza di corridoi sicuri che permettano a migranti e richiedenti asilo di spostarsi nei confini della legalità. E che anzi, è proprio il vuoto normativo internazionale a favorire la proliferazione di organizzazioni criminali di trafficanti. Non l'azione delle Ong, continua il racconto di MSF, che allo stato attuale è la “sola misura concreta e alla nostra portata per salvare vite”.

Perché i migranti vengono condotti in Italia?

Una delle domande più frequenti è sul perché i migranti vengano portati proprio in Italia e non nella più vicina Libia.

La risposta è semplice, manca un vero Stato centrale che possa tenere a bada la situazione in un Paese diviso in tribù e sempre sull'orlo del conflitto. Non può certo esserci, in un contesto simile, un sistema di protezione internazionale efficace, che oltretutto dovrebbe inserire i rifugiati nello stesso tessuto sociale in cui hanno subito abusi e violenze di ogni tipo.

E il primo porto sicuro?

Allora perché non vale la convenzione del primo porto sicuro, che potrebbe essere la Tunisia o Malta? MSF racconta che non è la stessa Ong a decidere, ma esegue gli ordini della Guardia Costiera. Ad ogni modo, a suo giudizio, la Tunisia è ugualmente carente in tema di diritto d'asilo, senza “sufficienti garanzie di tutela legale e appello”.

Mentre Malta non ha adottato alcuni emendamenti a Convenzioni che conferiscono la responsabilità al Governo di provvedere un luogo sicuro ai sopravvissuti. Tolte anche le opzioni Malta e Tunisia, l'Italia diventa il porto sicuro più vicino.

I soccorsi delle Ong fanno aumentare gli sbarchi?

Nel 2016 le Ong hanno effettuato il 28% delle operazioni di salvataggio, il resto è da attribuire a interventi, per così dire, istituzionali: militari, Frontex, Guardia Costiera. Se c'è un merito è quello di aver alleviato il lavoro delle navi mercantili, che al 2014 compivano all'incirca il 25% dei soccorsi in mare. Comunque, chiude il discorso MSF, non è stato dimostrato nessun “fattore di attrazione”, cioè l'attività delle Ong al largo della Libia non farebbe aumentare il numero di migranti pronti ad attraversare il Mediterraneo.