Nella sala del Gonfalone, presso il Consiglio Regionale della Toscana, si è tenuto lo scorso 8 giugno un convegno organizzato da MASTER LEGAL SERVICE intitolato "NON PERFORMING LOANS: economia reale e finanza astratta, criticità circolare nel sistema". Tra i relatori Antonio Patuelli, presidente ABI,Cosimo Maria Ferri, sottosegretario ministero Grazia e Giustizia e Patrizia Pompei, presidente terza sezione Tribunale di Firenze.
Al centro delle relazioni, il tentativo di inquadrare la dinamica dei crediti problematici secondo la duplice prospettiva delle determinati reali alla base dell'insolvenza dei debitori e delle dinamiche di tipo finanziario che interessano le sorti degli attivi creditizi successivamente alla classificazione a default.
Da sottolineare anche i risvolti di tipo Etico, inerenti la gestione dei rapporti con le controparti in difficoltà, testimoniati dall'intervento di Alessandro Mele, CEO Ethicalfin Group.
La prospettiva "circolare"
Il convegno ha cercato di inquadrare il fenomeno dei crediti problematici in una prospettiva più ampia del solito, analizzando il fenomeno a partire dall'insolvenza che tipicamente insorge è il punto di arrivo di un progressivo deterioramento della posizione economica del soggetto affidato, che si tratti di un individuo o di un impresa. Questo processo seppure caratterizzato da segnali ben evidenti, non sempre presenta delle caratteristiche evidenti al punto da poter individuare senza dubbi il discrimine tra un soggetto in stato di illiquidità e uno in stato di insolvenza.
In seguito al passaggio a sofferenza, si apre la parte "finanziaria" del percorso, poiché accumulandosi, i crediti NPL (Non Performing Loans) vanno a gradualmente a costituire una zavorra per i bilanci degli istituti di credito, limitandone la capacità di erogare nuovo credito, peggiorandone gli indici di performance e di solidità e, in condizioni estreme, giungendo con un effetto domino a determinare il dissesto degli stessi istituti di credito a fronte del quale può essere necessari l'intervento dello stato per limitare i potenziali danni alla collettività.
Il cerchio si chiude quando l'attività di recupero del credito NPL che può essere nel frattempo stato ceduto, cartolarizzato oppure oggetto di altre attività di repackaging, ritorna sul debitore iniziale per determinare l'entità del rientro definitivo sulla posizione.
L'inversione di tendenza e la finanza etica
Per infrangere il circolo vizioso e l'effetto domino che può arrivare a mettere in difficoltà gli stessi istituti di credito, la strada della cessione dei portafogli NPL passa per il riconoscimento del GAP attualmente esistente tra i valori di bilancio e prezzi di scambio sul mercato, e per la comprensione delle determinanti di questa divergenza.
Nell'intervento di Alessandro Mele, la spiegazione tecnica del fenomeno, è stata coniugata con l'esposizione di un approccio meno comune, che tiene conto anche di componenti di carattere etico e che mira oltre alla creazione di valore economico anche, possibilmente al rispetto di una serie di principi e linee guida che possano determinare uno scenario win-win e invertendo la tendenza negativa descritta precedenza innescare un meccanismo virtuoso che consenta ai debitori insolventi di uscire dalla palude e di ripartire con nuove iniziative e al contempo permetta anche ai creditori di limitare le perdite incassando più in fretta e ottenendo miglioramenti negli indici di solvibilità e più in generale di bilancio.