Il sistema bancario italiano non gode di ottima salute: il caso Banca Etruria dello scorso anno e quello recentissimo del salvataggio delle banche Venete lo dimostrano. Purtroppo non è finita e secondo l’analisi di Fitch Ratings ci sono ancora 12 banche italiane a rischio, a causa di una percentuale troppo elevata di crediti deteriorati sul totale di prestiti totali lordi. L’obiettivo fissato dall’Autorità bancaria europea è del 5,1%; invece supera il doppio per Veneto Banca, Mps, Bpvi e Banca Carige, Bper Banca, Bnl, Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca popolare di Spoleto, Banco Desio e Ubi Banca.

Difficile smaltire i crediti deteriorati

L’agenzia di rating ha riconosciuto che le banche italiane stanno portando avanti strategie per smaltire i volumi di crediti deteriorati, ma ha sottolineato che le vendite o le cartolarizzazioni di questo tipo di operazioni sono molto complesse e che nessuna delle operazioni annunciate è stata portata a termine. Fitch in ogni caso ha concluso che che la strada intrapresa dal sistema bancario italiano sia quella giusta prendendo in considerazione che Unicredit ha varato due cartolarizzazioni e contemporaneo aumento di capitale di 17 miliardi e Mps sta per vendere crediti deteriorati per un valore di 27 miliardi.

Fitch ha espresso un giudizio negativo, invece, sul fatto che nel recente salvataggio delle Banche Venete è stata accettata la richiesta di Intesa San Paolo di prendere in carico solo le gli attivi scaricando tutto il passivo allo Stato per un totale di 18 miliardi lordi.

In questo modo, ha sottolineato Fitch, è stata aggirata la direttiva sul Bail In, la quale aveva lo scopo di proteggere i contribuenti pubblici dai costi dei fallimenti bancari costringendo i creditori a farsi carico dei costi. L’agenzia di rating ha detto di aspettarsi che l’Ue renda effettiva la richiesta di un requisito minimo per i fondi propri e passività idonee prima di essere ammessi al salvataggio; questa normativa dovrebbe entrare in vigore solo nel 2022.

I prestiti inesigibili valgon oil 20% del loro valore lordo di libro

A quella data le dodici banche segnalate da Fitch, le quali hanno una esposizione doppia e tripla rispetto ai target fissati dalla Ue dovranno liberarsi di tutti i loro crediti marci, i quali secondo il mercato valgono solo il 20% del loro valore lordo di libro.

Secondo l’agenzia di rating solo Unipol e Creval hanno messo in atto strategie che consentiranno loro di liquidare sul mercato i loro crediti incagliati al 30% del loro valore lordo di libro. Tutti gli altri sperano invece che i prezzi risalgano oppure che si possa derogare alle regole europee come nel caso delle banche venete.