Nella puntata di questo 26 settembre di 'Cartabianca' è intervenuto il noto imprenditore Flavio Briatore il quale è stato intervistato da Bianca Berlinguer parlando a tutto tondo di mondo del lavoro, dei giovani, del ruolo delle donne e di ricchezza. Ecco le parti salienti di quello che ha detto.

Flavio Briatore esprime apprezzamenti a Renzi e Berlusconi

Nella parte iniziale Briatore si è soffermato sulla politica: "Berlusconi è stato un caso unico in Italia e il fatto che anche lui non sia riuscito davvero a incidere dimostra che il nostro sistema è veramente difficile.

L'azienda dello Stato non è controllabile. Io avevo detto in tempo non sospetti che Berlusconi è un fuoriclasse, a differenza della maggior parte della classe politica italiana. I grillini hanno avuto la sfortuna di vincere le elezioni a Roma e si è visto che non sanno gestire, così come anche in altri comuni. Il problema di base è che quando uno sa un mestiere deve farlo bene. Io voterò ancora per Berlusconi, io non sono di centro o di destra, io sono per chi fa e credo che lui se è ancora lì significa che ha una marcia in più rispetto agli altri. Io credo che se l'Italia fosse una grande società, io vedrei Berlusconi presidente e Matteo Renzi amministratore delegato perché ha energia. Credo che le delusioni avute al referendum abbiano fatto capire molte cose a Matteo, lo vedo molto più posato rispetto a prima, ma anche lui è un fuoriclasse, non possiamo negarlo.

Io non mi candiderò mai perché sono capace a prendere decisioni, mentre in politica tutti parlano e alla fine non succede mai niente, noi abbiamo una Costituzione che non ti permette di incidere. Il Paese va indietro perché il costo del lavoro è troppo alto e il lavoratore prende poco. E' difficile prevedere cosa succederà fra 10 anni".

'Giovani, se fossi in voi non farei l'università: i camerieri guadagnano più degli avvocati'

Poi è passato a parlare di giovani e lavoro: "Credo che ci voglia un'educazione di base, fino al liceo, poi però devi capire dove ci sono le opportunità. In Italia c'è il più alto tasso di non lavoro per i laureati, qui la gente pensa che la laurea sia il passpartout per lavorare, ma i ragazzi che fanno l'università non fanno pratica: qui non è come negli USA o in Germania in cui fai dei veri stage in azienda, qui lo fai come un cazzeggio di 3 o 4 giorni per riempire una casella.

Lo dicono i dati, non io. I laureati fuori dall'Italia hanno sicuramente più possibilità. Ai ragazzi di adesso dico: valutate se perdere 5 o 6 anni, se fossi in voi non farei l'università, io non l'ho fatta. Mio figlio fino a 14 anni farà le scuole medie, poi farà un liceo fuori dall'Italia e dopo vorrei che a 19 anni cominciasse a lavorare: poi vedremo se è bravo a mantenere, diminuire o aumentare il patrimonio di famiglia. Se volesse fare l'avvocato proverei a non farglielo fare. Nel mio gruppo lavorano ragazzi che hanno iniziato come camerieri e adesso guadagnano molto più degli avvocati".

Briatore racconta aneddoti personali sulla sua infanzia, dalla bocciatura alle elementari ai primi lavori

Sul perché risulta piuttosto antipatico all'opinione pubblica Briatore ha detto: "Do fastidio perché sono stato povero e sono diventato ricco, ho fatto le cose che dovevo fare, sono stato in Formula 1 e ho vinto i Mondiali: un uomo di successo che non ha un cognome importante in Italia sta sulle palle".

Briatore ha raccontato anche alcuni aneddoti riguardanti la sua infanzia e gioventù: "Io sono stato bocciato alle elementari, in quarta, da parte di mio padre che era maestro. Poi dopo sono andato ai geometri, un anno mi hanno bocciato, allora sono andato a una scuola privata di recupero e ho fatto tre anni in uno e mi sono diplomato prima degli altri.

Poi ho fatto due mesi di pratica da mio zio che era geometra a Saluzzo, già li mi resi conto che un mio amico figlio di macellaio aveva la casa più grande di mio zio. Io da ragazzo sognavo prima di tutto di andar via da dove abitavo. La logistica è importante: se nasci in Africa sei più sfigato che nasci a Milano, se nasci a Cuneo sei più sfigato che se nasci a Torino. Io lavoravo già a 12-13 anni, d'estate, raccogliendo le mele e mi piaceva guidare il trattore. Per me lavorare era una vacanza, lo preferivo rispetto all'andare alle colonie estive". A una domanda su cosa faceva nel '68 durante la contestazione giovanile, Briatore ha risposto: "Io quei giorni non andavo a scuola, stavo a casa e giocavo a flipper coi miei amici.

Di quello che succedeva in Vietnam non me ne fregava niente".

Briatore parla di donne nel mondo del lavoro e di come aumentare gli stipendi: 'Lo Stato butta via i soldi'

Riguardo ai 50enni che hanno difficoltà a trovare lavoro, Briatore ha detto: "Le persone di 50 o 60 anni hanno una grande esperienza e dovrebbero essere inseriti nella società perché possono essere d'esempio a tutti quanti. Gente di questa età, come la mia, ha l'esperienza per poter aiutare gli altri e dovrebbe fare dei lavori che siano d'aiuto a tutti quanti".

Sul ruolo delle donne nel mondo del lavoro, Briatore ha affermato: "Devo dire che nel mio gruppo ho una cinquantina di ragazze a livello manageriali, inoltre la direttrice finanziaria è una donna: le donne sono più precise e noi le abbiamo sempre messe nei punti chiave.

In passato ho fatto delle provocazioni, ma parlavo di Montecarlo e degli ambienti in cui le donne non fanno niente per tutto il giorno. Invece con una donna che lavora puoi avere un tipo di colloquio diverso quando arrivi a casa, capisce i tuoi problemi e il tuo nervosismo. Le donne che lavorano con noi le paghiamo anche di più perché noi ragioniamo per meritocrazia, non ci sono differenze di salario fra uomo e donna, quello che conta è la bravura. Attualmente in tutto abbiamo circa 1250 dipendenti, fatturiamo circa 80 milioni di euro".

Riguardo agli stipendi medi degli italiani, Briatore ha detto: "In generale guadagnano troppo poco, non so come facciano, invece nel mio gruppo diamo come stipendio minimo 2000 euro al mese.

L'errore è che il dipendente italiano prende poco e l'imprenditore paga troppo: per dare uno stipendio di 1500 euro nette l'imprenditore paga quasi 3500 euro, gran parte dei quali vanno in tasse allo Stato. Invece sarebbe più logico dare 2500 euro ai dipendenti e solo 500 euro allo Stato, che tanto li butta via comunque: buttarne via 1000 o 500 non cambia niente".

'Per me lavorare è un hobby: lo faccio per la soddisfazione di far crescere i giovani'

Infine Briatore ha espresso il suo concetto di ricchezza: "La ricchezza è che se stai male puoi chiamare il dottore più bravo al mondo, comunque mangi due volte al giorno come tutti. Io non penso mai a queste cose qui: io penso che l'imprenditore deve creare ricchezza agli altri, sennò alla mia età potrei ritirarmi dato che sto abbastanza bene.

Ma perché dovrei continuare a investire? Perché per me è una soddisfazione dare lavoro a dei giovani che poi si comprano una casa e riescono a pagare il mutuo. Queste sono le soddisfazioni se lavori, perché per me lavorare è un hobby: è bello veder crescere i giovani. Io non ho mai avuto un Briatore che mi desse una mano, anzi mi hanno sempre messo i bastoni fra le ruote. Adesso do una mano a chi lavora, ma a chi lavora da me chiedo di essere al pezzo 24 ore su 24 come lo sono io. Io posseggo anche troppe cose, potrei dar via qualcosa e non me ne accorgerei neanche".