Recentemente, le compagnie telefoniche hanno deciso di rincarare il prezzo degli abbonamenti telefonici, andando a creare un forte dissenso tra i consumatori. Da giorni l'associazione CODICI ha deciso di farsi carico di questo atto vessatorio nei confronti del consumatore, costretto non più a pagare a 30 giorni ma a 28, con un rincaro pari all'8,6%. Originariamente, in via cautelativa, il consumatore aveva la possibilità di ricorrere al recesso del contratto, tuttavia l'associazione CODICI ha deciso di mettere pressione ai big player delle compagnie telefoniche, affinché situazioni del genere non si verifichino in futuro.

Qualora non si giunga a una win-win situation, l'associazione avvierà una class-action volta a migliorare le condizioni dei consumatori, come afferma Luigi Gabriele, responsabile degli affari istituzionali Codici.

Ma vediamo di fare un po' di chiarezza. Fino a poco tempo fa il pagamento dell'abbonamento avveniva con cadenza mensile, una procedura che è stata in vigore fino agli inizi del 2017, quando i consumatori hanno cominciato a intravedere della anomalie nelle modalità di fatturazione. Già nel marzo del 2017, l'AGCOM aveva varato la delibera 127/17/Cons dove invitava gli operatori a rispettare le normali procedure di fatturazione. Dal canto loro, gli operatori della Telefonia hanno fatto più volte ricorso al TAR, reputando la delibera priva di qualsiasi fondamento giuridico, e lamentando un'assenza di libertà nell'esercizio d'impresa e nella capacità di dettare le regole del gioco, stabilendo pertanto le modalità di pagamento.

Di fatto però la fatturazione a 28 giorni pone il consumatore in una situazione vessatoria; non solo implica il pagamento di una tredicesima mensilità extra, ma porta anche il consumatore a perdere la consapevolezza di quanto si spende e quanto si consuma. In questa situazione così spinosa, la questione è finita addirittura sul tavolo dell'Antitrust, che già in precedenza ha multato gli operatori della telefonia, rifiutatisi di recedere dalle loro posizioni.

In molti si chiedono perché non si possa semplicemente rincarare il prezzo della mensilità, tralasciando il pagamento della tredicesima mensilità; in questi giorni di fatto il governo sta vagliando l'ipotesi di fissare una data di scadenza unica su base mensile, mediante la quale permettere a tutti di pagare le bollette. Resta il fatto che simili iniziative non sono esenti da tentativi di replica: la paura più grande resta che molti altri fornitori di servizi possano seguire le orme dei big della telefonia.