Boccata di ossigeno, oggi, per la criptovaluta più famosa del mondo dopo la terribile notizia di potenziale blocco del suo trading in corea del sud.

Ieri il governo centrale di Seoul ha diramato una comunicazione chiarendo che l'idea del blocco degli scambi in Bitcoin era solo una delle tante potenziali soluzioni sul tavolo, e che comunque la sua effettiva esecuzione richiederebbe l'approvazione da parte dell'Assemblea Nazionale di Seoul con relativi ritardi anche di alcuni mesi o, addirittura, di anni.

Questa notizia proveniente da Seoul ha ridato vigore al Bitcoin la cui quotazione è risalita intorno ai 15.000 dollari statunitensi.

Perche la Corea del Sud non puo' facilmente vietare il trading di Bitcoin attraverso gli scambi?

La Corea del Sud e' il terzo mercato al mondo per numero di scambi in criptovalute. Numerose sono le banche coreane che forniscono conti denominati in criptovaluta, anche contro l'attuale normativa antiriciclaggio vigente nel Paese.

La febbre da Bitcoin ha provocato scambi davvero fuori controllo nel Paese, con picchi anche superiori del 40% rispetto a quelli dei mercati internazionali. Una bolla sempre più inquietante sembra aleggiare sul Paese asiatico e sul mondo intero. Questa bolla rischia di rovinare migliaia di investitori, tra cui molti milioni sono dei normalissimi cittadini, alla ricerca di guadagni facili da ottenere in poco tempo.

La proposta di blocco del trading di Bitcoin nel paese sudcoreano, avanzata dal Ministro della Giustizia, Park Sang-ki, aveva lanciato il panico nel mercato di criptovalute locale ed internazionale. Come conseguenza, una petizione online, subito sottoscritta da milioni di cittadini ed investitori sudcoreani, chiedeva al premier del Paese le dimissioni del Ministro della Giustizia.

Infine i successivi chiarimenti della presidenza hanno calmato gli animi e le ansie dei propri cittadini.

Bitcoin-dipendenza, inquietante problema giovanile

In Corea del Sud gli scambi di Bitcoin vengono anche sfruttati per attività illegali e per evadere potenziali imposizioni fiscali. Lo scorso dicembre il governo centrale ha vietato l'apertura di nuovi account per clienti che volessero effettuare scambi in Bitcoin.

Ma un problema che sta seriamente preoccupando il governo centrale è anche la dipendenza da criptovaluta che sta colpendo la parte più giovane del paese.

Numerosi investitori, infatti, sono giovanissimi, i quali in cerca di guadagni facili si sono reinventati nel ruolo di cripto-speculatori.

L'andamento forsennato tipico delle quotazioni di criptovaluta obbliga molti giovani a non dormire per molte ore, sempre preoccupati di tenere sotto controllo i loro investimenti sui propri smartphone, ad ogni ora del giorno e della notte.

Il problema sociale è evidente a tutti, ma la soluzione adatta per arginarlo non è ancora chiara.