Commettere errori non vuol dire necessariamente entrare in una strada senza uscita ma può rappresentare un percorso alternativo che porta a cogliere nuove opportunità.

Il successo? Lo dobbiamo ai nostri fallimenti

Con questa convinzione Francesca Corrado, ricercatrice, economista e fondatrice di Play Res ha realizzato il progetto della prima "Scuola di fallimento" in Italia, dove si insegna a imparare dai propri errori, ridimensionandoli e considerandoli come una possibilità di crescita.

Alla base del #successo ci sono tutti i nostri fallimenti. Da qui il motto della Scuola, cioè bisogna avere il coraggio di perdere per poter vincere.

Del resto ai bambini si insegna che sbagliando s'impara, afferma Francesca Corrado. Quando un bambino inizia a camminare spesso inciampa e cade ed è sempre sbagliando che si impara a parlare o ad andare in bicicletta. Da adulti invece stigmatizziamo l'#errore vivendolo come un fallimento sociale. Ricerchiamo costantemente la perfezione e ci dimentichiamo di aver imparato commettendo errori.

Senso di inadeguatezza, angoscia, panico e incapacità di reagire sono le classiche reazioni che scatena un fallimento, proprio perché vissuto come l'essere in trappola.

Se invece si cambia la prospettiva di valutazione dell'errore, lo si accetta come parte integrante della vita e lo si vede come un percorso alla scoperta di sé stessi, dei propri limiti e capacità, fallire significherà camminare lungo un sentiero alternativo ricco di nuove opportunità.

A far nascere in Francesca Corrado l'idea della Scuola di fallimento sono state una serie di vicissitudini personali che l'hanno profondamente colpita. Nel 2015 si è trovata a dover chiudere la sua società e a perdere la cattedra all'Università di Modena; da qui ha iniziato a mettere in dubbio ogni cosa: sé stessa, le scelte fatte, il futuro.

L'amore per la lettura l'ha spinta ad interessarsi alle neuroscienze, al concetto di errore e al tema della perfezione.

Attraverso questi studi ha elaborato l'idea che quello che diventiamo è frutto delle nostre scelte e che soprattutto ne abbiamo tutta la responsabilità. Per mettere in pratica questi concetti e poter essere d'aiuto ad altri nella crescita personale e professionale è nato il progetto della Scuola di fallimento.

Le cinque fasi per raggiungere il successo

I metodi usati nella scuola sono basati sulla gamification, ovvero il trasferimento attraverso il gioco di concetti e l'improvvisazione teatrale. Queste tecniche, unite all'utilizzo del coaching [VIDEO], consentono di imparare più rapidamente, attraverso la sperimentazione guidata.

Giocando si impara: i bambini infatti utilizzano il gioco come strumento di simulazione, con il quale possono misurare e accrescere le proprie abilità. Il percorso si articola in cinque fasi: riconoscere l'errore proprio e degli altri, analisi degli errori ricorrenti, consapevolezza, capacità di sdrammatizzare e fiducia.

Il primo modulo evidenzia come sono percepiti a livello personale e oggettivo l'errore e il fallimento.

Il secondo modulo serve per sviluppare un metodo per evitare gli errori ricorrenti e per valutare la situazione in modo diverso se si dovesse commettere lo stesso sbaglio.

Nel terzo modulo viene svolto un lavoro introspettivo che porta a metabolizzare il concetto che sbagliare è positivo e ad accettare il fallimento.

Nella quarta parte, attraverso l'improvvisazione teatrale si mettono in scena i propri errori, si cerca di minimizzarli e dargli la giusta rilevanza, con ironia; nell'ultimo modulo i partecipanti affrontano degli esercizi per allenarsi al successo.

A tenere i corsi sono 10 insegnanti specializzati, come ad esempio il coach, l'esperto di neuroscienze, lo psicologo, l'insegnante di teatro, l'esperto di giochi e di economia.

Sponsorizzati dalla Fondazione San Filippo e dalla Cassa di risparmio di Modena i corsi sono iniziati lo scorso giugno. Ad oggi la Play Res è venuta in contatto con migliaia di studenti in tutta Italia, organizzando centinaia di corsi della durata di un paio di giorni.

Ai corsi partecipano docenti, genitori, imprenditori e i Neet, i giovani che non hanno né cercano un lavoro e non frequentano una scuola.

Il percorso pensato per i Neet mira a capirne le aspirazioni e il talento e dà modo di indirizzarli per raggiungere il successo, racconta Francesca Corrado. Questi ragazzi non sanno su quali capacità possono puntare, si focalizzano solo sui propri limiti, aggiunge. I risultati sono molto positivi e per chi non ha ancora trovato il giusto percorso, la scuola continua a dare supporto a distanza. Per il futuro l'obiettivo della scuola è di collaborare con realtà che possano dare ai partecipanti nuove opportunità nel mondo del lavoro.