Negli scorsi mesi si è più volte parlato dell'addio alle monete da 1 e 2 centesimi. In realtà, dal primo gennaio 2018 le monetine pian piano andranno a scomparire dalle tasche dei consumatori italiani: l'articolo 13 della Manovra bis ha infatti sospeso la produzione da parte del conio delle monete metalliche di piccola dimensione, con l'obiettivo di portare un discreto risparmio nelle casse dello Stato. Chiaramente si tratta di un processo graduale per tutte quelle monete che sono già in circolo che continueranno ad aver valore e saranno, anzi dovranno, essere accettate da tutti i commercianti sul territorio.

Cosa varia con l'eliminazione dei bronzini

Avranno infatti ancora valore legale, nonostante con la nuova normativa il prezzo dovrà essere arrotondato a tutti gli effetti, per eccesso o per difetto, seguendo i multipli di cinque più vicini alla cifra tonda dell'euro: in poche parole significa che tutti i 0,99 euro diventeranno 1 euro, e cosi vale per tutti le cifre antecedenti lo 0, ma ovviamente per difetto i 10,62 diventeranno 10,60. Questa operazione è valida per qualsiasi tipo di esercizio commerciale, ma nel caso in cui il pagamento non venga effettuato in contanti, ovvero dunque con bancomat, tale regola non varrà, cosi come riferito dal Ministero dello Sviluppi Economico.

Sarà proprio quest'ultimo a controllare le eventuali irregolarità e osservare le segnalazioni degli italiani che riscontreranno 'problemi' con qualche negoziante che non li farà pagare nel modo corretto.

Da ribadire come la disposizione pare debba riguardare anche le comunissime macchinette del caffè in ospedali e luoghi pubblici, fino ad ora favorevoli alle monetine da 1 e 2 centesimi. Evitare di ingombrare le borse ma anche di costare allo Stato, che non ne ritrae alcun beneficio, è la motivazione dello stop alla produzione della monetina.

Il risparmio nelle casse dello Stato

Ma a quanto ammonta il risparmio dall'addio alle produzioni delle monetine di piccolo taglio?

Come detto, si tratta di un provvedimento dello Stato, già nell'aria da anni, mirato a risparmiare, che tradotto in numeri dovrebbe essere pari a 20 milioni di euro annuali. Come riferito anche dall'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, ovvero l'ente che produce materialmente le monete, la produzione delle monete da 1 e 2 centesimi è costata rispettivamente 220 e 120 milioni di euro. Senza tale produzione, riferita all'anno 2015, potevano essere risparmiati ben 23 milioni di euro, di certo non un'inerzia considerata l'attuale situazione economica dell'Italia nel 2018.