Il braccialetto elettronico di amazon, il cui brevetto è stato accettato, è l’argomento di questi giorni e la spiegazione è più che ovvia. Servirebbe infatti per controllare i dipendenti, anche se il gigante statunitense, almeno nelle intenzioni, continua a dichiarare che l’oggetto servirà soltanto per rendere più fluido il lavoro. Certo è che i dipendenti verrebbero comunque controllati e questo concetto non è andato giù neppure al mondo della politica che si è apertamente schierato contro l’idea di Amazon, ponendo più di un dubbio sulla questione privacy.

Ma facciamo un breve passo indietro e cerchiamo di capire a che cosa serve questo bracciale.

Il funzionamento del computer da polso

Il bracciale della discordia è stato inventato da Jonathan Cohn, ingegnere di 30 anni, americano, che da circa 6 lavora per il colosso Usa. Amazon ha brevettato questo computer da polso elettronico che servirà esclusivamente per i dipendenti dei vari magazzini sparsi nel mondo. Non sarà messo in vendita sul sito in sostanza. Questo però non è importante a detta dei politici che sembrano concordi nella non accettazione del gadget. Carlo Calenda, addirittura, ha parlato di violazione della dignità del corpo, mentre il Garante della privacy ha scosso quasi la testa confermando che la direzione che sta prendendo il colosso, di robotizzare l’uomo, è sbagliata.

Il bracciale dovrebbe essere indossato dai dipendenti di Amazon e nel momento in cui arriva un ordine tutti i dati verrebbero subito immagazzinati nel piccolo dispositivo e giungerebbero più velocemente al dipendente che, in questo modo, potrebbe compiere in minor tempo il processo di impacchettamento per poi passare subito all’ordine successivo.

Nelle intenzioni di Amazon c’è soltanto la volontà di velocizzare il lavoro, il magazziniere sarà guidato nel reparto giusto e se sbaglierà strada l’oggetto inizierà a vibrare.

Uomini come robot

Sembra però che tutti i dati del bracciale saranno gestiti da un server centrale, a sua volta controllato da un capo reparto. In sostanza, il brevetto conferma che i movimenti dei dipendenti saranno controllati su ogni passo compiuto, persino sui tempi passati in bagno e per ogni sbaglio un suono che confermerà l’errore.

Insomma, le prestazioni dei dipendenti del magazzino saranno valutate in base a questo bracciale elettronico ed è qui che cade la buona intenzione che manco a dirlo lascia spazio solo ai dubbi. In futuro, chissà che Jeff Bezos abbia in mente di sostituire del tutto robot e algoritmi all’uomo? O davvero Amazon vuole trasformare l’uomo direttamente in robot?