Il Petro, la criptomoneta venezuelana, dovrebbe entrare in circolazione il 20 febbraio. Lo ha dichiarato Nicolás Maduro, Presidente del Venezuela, lo scorso 31 gennaio. Maduro ha anche redatto contestualmente il White Paper della valuta, un documento in cui si illustrano le caratteristiche principali e i punti di forza delle criptomonete e che rappresenta una prassi consueta al lancio di nuove valute. Diramato anche un comunicato via radio e televisione in cui Maduro annuncia che "No quiero fallas, no quiero retardos, es el momento de acelerar la entrada en funcionamiento del petro, tengamos fe" ("Non voglio errori né ritardi, è ora di accelerare l'entrata in circolazione del petro", t.d.a.).

Stando alle parole di Maduro il petro sarà sorretto dalle riserve petrolifere, di gas, oro e diamanti. Ogni petro sarà garantito da un barile di petrolio e la prima emissione sarà di 100 milioni di unità.

Il lancio ufficiale del petro è stato fissato per il prossimo 20 febbraio.

Il Petro: la risposta di Maduro alla crisi venezuelana

In piena crisi venezolana, con il paese allo sbando (-30% nella produzione petrolifera lo scorso anno), Maduro si è dichiarato certo del successo dell'emissione della criptomoneta di Stato. Si prevede l'emissione di 38,4 milioni di petros ad un prezzo di 60 dollari.

Il petro, il cui lancio dovrebbe essere garantito principalmente dalle riserve petrolifere del Venezuela (circa 300.900.000.000 di barili), contribuirebbe, secondo il presidente venezuelano, a risolvere il blocco finanziario in cui versa il paese ad opera soprattutto degli Stati Uniti.

Dalla teoria alla prassi: Petro VS embargo

Già sul finire dello scorso anno si era fatta intensa la campagna del governo per promuovere la nuova criptovaluta.

Maduro aveva tenuto infatti diverse conferenze in cui dichiarava che grazie al mining della nuova moneta collegi e università, adeguatamente supportate a livello informatico, avrebbero garantito la riscossa del paese in termini di sovranità monetaria internazionale.

Inoltre si promuoveva il progetto di costituire cooperative con la funzione di promuovere il progetto-petro su tutto il territorio nazionale, dai centri sportivi agli uffici municipali.

Ora, al netto della propaganda, l'emissione del petro incontra alcune difficoltà. Se l'idea del governo è quella di usare la criptomoneta per gli scambi, bisogna tener conto del fatto che la nuova valuta nasce già su un tessuto economico venezuelanocon altissima inflazione e con il bolivar ai minimi storici: le casse del paese sono vuote e il paese soffre la mancanza di beni primari come cibo e medicinali.

Inoltre, a parte le ritorsioni finanziarie già attuate dagli USA, questi ultimi stanno pianificando un embargo a danno del Venezuela, che comporterebbe una caduta dei prezzi al barile.