Non ha sorpreso il cambio al vertice di safilo, azienda veneta specializzata nella produzione di occhiali da vista, da sole e sportivi: le dimissioni dell’amministratore delegato Luisa Delgado, firmate sabato scorso per “motivi personali”, non sono state il proverbiale fulmine a ciel sereno. Da diversi mesi Safilo vive una situazione di difficoltà dopo che il marchio gucci, il maggior concedente di licenza dell’azienda, ha modificato il rapporto passando a fornitore. Una perdita solo in parte compensata dall’arrivo di altre griffe sia mass market come Swatch e Havainas, sia più elitarie come Elie Saab.

Conti preliminari in rosso

Nello scorso gennaio, Safilo ha comunicato i dati preliminari di vendita del 2017 che risultano in calo del 16,4% principalmente a causa della perdita della licenza Gucci che, da sola, ha provocato una contrazione di 155 milioni di euro rispetto alle vendite del 2016. Sempre secondo quanto dichiarato dalla società, anche le vendite del brand Dior hanno registrato “un decremento straordinariamente forte dopo anni di crescita”. Gli altri marchi, sia in licenza sia di proprietà, sono cresciuti a una cifra percentuale, insufficiente per colmare il gap derivante da Gucci e Dior.

In arrivo Angelo Trocchia da Unilever

Secondo diversi commentatori, sarebbero proprio i conti in rosso la vera motivazione della chiusura consensuale del rapporto con la Delgado, manager svizzera che dal 15 ottobre 2013 ricopriva le cariche amministratore e amministratore delegato di Safilo Group, oltre a quelle di amministratore unico di Safilo Industrial e di Safilo.

Le dimissioni avranno efficacia dal 28 febbraio, la Delgado riceverà una buonuscita pari a un milione di euro, manterrà le stock options e alcuni benefit.

Il Cda di Safilo ha già deciso il successore alla guida del Gruppo: si tratta Angelo Trocchia, attualmente presidente e a.d. di Unilever Italia. Trocchia entrerà in Safilo dal 1 aprile con la qualifica di dirigente, per poi assumere le cariche di amministratore e amministratore delegato il giorno 24 aprile, alla scadenza dell’attuale Cda, quando si svolgerà l’assembla per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione.

Sino ad allora, i poteri di gestione sono affidati ad interim al presidente Eugenio Razelli.

Difficile situazione sindacale con cassa integrazione ed esuberi

Il 14 marzo prossimo è atteso un aggiornamento ai mercati riguardo ai conti del 2017 e al piano industriale. Sono state smentite le voci che ipotizzavano il lancio di un’Opa da parte di Hal, principale azionista di Safilo con una quota pari al 42%.

I sindacati sono sul proverbiale piede di guerra e attendono notizie dal nuovo a.d. soprattutto in merito al piano industriale, che prevede investimenti negli stabilimenti italiani, con il rientro di lavorazioni attualmente all’estero, per valorizzare la manodopera del nostro Paese e soprattutto salvaguardare posti di lavoro. Perché lo scorso 24 gennaio l’azienda ha annunciato 350 esuberi, causati dal calo dei volumi di produzione, e una riduzione dei costi già attuata tramite il mancato rinnovo di 200 contratti a termine, oltre alla riduzione del personale a tempo indeterminato: nello stabilimento di Longarone è stata aperta la cassa integrazione ordinaria fino al prossimo giugno. A inizio febbraio, un incontro azienda-sindacati ha preso in esame soluzioni provvisorie come mobilità infragruppo su base volontaria, un maggior ricorso al part-time rispetto alla situazione attuale, incentivi all’esodo per lavoratori prossimi alla pensione, quelli a cui mancano al massimo 24 mesi alla pensione.