Primo test di mercato per il Credito Valtellinese che sta portando avanti un aumento di capitale per circa 700 milioni. Il secondo scoglio da superare sarà costituito da un drastico ridimensionamento degli stock NPL, al fine di riguadagnare la credibilità sufficiente per poter verosimilmente considerare ipotesi di aggregazione con altri istituti.
La relazione tra queste due variabili è testimoniata dal fatto che, accanto agli undici istituti che compongono il consorzio di garanzia della ricapitalizzazione, ci sono anche dei sub-garanti come Algebris e Fonspa che stanno trattando l'acquisto dei crediti problematici dell'istituto.
Le criticità dell'aumento di capitale
In termini dimensionali, un aumento da 700 milioni corrisponde a 7 volte la capitalizzazione di mercato di creval: si tratta, quindi, di emettere, a fronte di ogni titolo in circolazione, un numero pari a 631 nuove azioni, portando quindi all'emissione di 7 miliardi di azioni a fronte dei 110 milioni in circolazione pre-aumento. Si profila, pertanto, un'operazione fortemente diluitiva nei confronti dei piccoli azionisti. A tutela di questi ultimi, stante anche la recente introduzione della nuova normativa MiFID2, è stato specificamente evidenziato, nel prospetto informativo, che solo investitori che "possono sopportare la perdita integrale del capitale investito" dovrebbero sottoscrivere questi titoli che hanno "la massima classe di rischio".
Consorzio di Garanzia, per la sottoscrizione delle nuove azioni, avrà come global coordinator Barclays, Santander,Credit Suisse, Mediobanca e Citi, che garantiranno rispettivamente 85 milioni. Avranno, invece, il ruolo di sub-garanti, Fonspa e Algebris per 20 milioni ciascuna.
Le prospettive post-aumento per Creval
In merito all'attuazione del piano industriale, Creval sta portando avanti la strategia prevista per i NPL, con l'avvio di una operazione di cartolarizzazione assistita da GACs, che avrà Credito Fondiario Fonspa come master servicer, e attribuendo al fondo Algebris l'esclusiva per un portafoglio di crediti "unlikely to pay".
Al termine della pulizia, l'istituto si presenterà con un livello di crediti deteriorati più basso della media di sistema, e con ritrovate prospettive di redditività, diventando pertanto un valido candidato per il processo di Merger & Acquisitions che, secondo molti esperti del settore, caratterizzerà il sistema bancario italiano.