A margine dell'assemblea nazionale di "Potere al Popolo" svoltasi a Roma questo 18 marzo, Blasting News ha intervistato in esclusiva il noto sindacalista Giorgio Cremaschi, ex volto storico della FIOM-CGIL ma da qualche anno esponente del sindacalismo di base, il quale nelle ultime Elezioni politiche è stato tra i principali attivisti di della lista "Potere al Popolo"; vediamo che cosa ci ha detto.
'Ha perso la sinistra che per venti anni ha fatto politiche economiche e culturali di destra: ne serve un'altra'
Cremaschi, parlando in plenaria lei ha parlato di differenze fra quella sinistra che è stata portatrice di decenni di sconfitte alle classi lavoratrici e invece voi che sareste portatori di novità. Può spiegarci meglio che cosa intende?
"Quando si fanno tante analisi sul fatto che la sinistra ha perso bisogna dire che essa è stata giustamente sconfitta: quella che ha perso è quella sinistra che ha fatto per vent'anni delle politiche di destra, non solo sul piano economico ma anche su quello culturale, educando la gente al fatto che non si poteva fare niente per cambiare: cioè distruggendo e devastando il suo stesso popolo.
Questo voto ci dice che il popolo di sinistra nel momento in cui ha voluto dare un segnale e mandare a casa chi ha fatto politiche di austerità, lo ha fatto votando per altri, pensando che tanto la sinistra era quella delle banche e della finanza. Noi come Potere al Popolo siamo entrati in campo in questo contesto, per costruire un'altra cosa".
Ecco, a tal proposito, ma cosa può o deve diventare Potere al Popolo nella prossima fase?
"Deve essere quello che già abbiamo cominciato a fare, ovvero un'organizzazione sociale e politica che sta nei territori e che organizza l'opposizione sociale, che partecipa ovviamente alle elezioni e che costruisce il conflitto con una mobilitazione anticapitalista e antifascista.
Noi vogliamo rimettere in campo le vere idee della sinistra che sono l'opposto di tutto ciò che ha governato negli ultimi 25 anni. Va fatto nella pratica di tutti i giorni, andando davanti alle fabbriche che chiudono, affrontando il tema degli sfratti, degli ospedali e di tanto altro, e provando a trasferire queste lotte dentro la politica".
'Nessuna ricostruzione coi gruppi dirigenti di LeU: la sinistra si ponga il problema di uscire dall'Unione Europea'
Dal punto di vista più politico, crede che ci sia la possibilità per voi di ricucire con Liberi e Uguali?
"Su questo vanno chiariti due piani diversi. Da un lato credo che non ci sia nessuna possibilità di ricostruire niente con quel mondo se parliamo dei loro gruppi dirigenti perché rappresentano quella sinistra che ha rovinato il popolo.
Ovviamente invece dobbiamo interloquire con tutti coloro che hanno votato per LeU ma vogliono costruire adesso una nuova esperienza".
Sul piano del contenuto, lei spesso ha detto che la sinistra deve porsi il problema dell'uscita dell'Italia nella NATO e nell'Unione Europea. Può spiegarci meglio cosa intende?
"Noi pensiamo che riguardo alla NATO c'è la necessità immediata di uscire, viste anche le follie che stanno succedendo con l'escalation militare in giro per il mondo: occorre abbandonare subito l'isteria guerrafondaia e tagliare le spese militari. Per quanto riguarda l'Unione Europea, noi diciamo tutti che occorre rompere con l'austerità e con i trattati che la impongono. Io credo poi che si debba approfondire un possibile Piano B: se si come dicono tutti l'Unione Europea non è disposta a cambiare le sue politiche, allora bisogna andare verso una rottura.
Ed essa non è detto che la faccia l'Italia da sola, ma ad esempio potrebbero farla tutti i paesi del sud Europa che sono stati egualmente schiavizzati da queste politiche".
E a proposito, pensate di candidarvi anche alle elezioni europee del prossimo anno?
"Certamente, alle elezioni europee ma anche alle elezioni amministrative. Noi dobbiamo organizzarci e far crescere questa esperienza".