creval ha superato il test di mercato costituito dall'aumento di capitale, con adesioni per 581 milioni (pari all'83,1% del totale) e dalla pulizia di bilancio che si realizzerà mediante cartolarizzazione dei NPL realizzata con il supporto di Credito Fondiario FonSpa e assitita da Garanzie Pubbliche (GACS).
A questo punto, con un nuovo assetto proprietario di tipo "public company" e una struttura patrimoniale finalmente consolidata l'istituto valtellinese si presenta come candidato ideale per il processo di M&A nel settore bancario che, secondo diversi analisti come Equita SIM e Bain Consulting dovrebbe manifestarsi già nella seconda metà di quest'anno.
I numeri dell'aumento andato a buon fine
L'operazione di aumento di capitale è stata fortemente diluitiva dal momento che a fronte di ogni titolo in precedenza in circolazione sono stati emesse 631 nuove azioni. A questo proposito anche alla luce della normativa recente MiFID2,nel prospetto informativo dedicato al pubblico è stato specificamente evidenziato, che solo investitori che "possono sopportare la perdita integrale del capitale investito" dovrebbero sottoscrivere questi titoli che hanno "la massima classe di rischio".
La struttura post aumento ha visto la creazione di un assetto azionario diffuso con la presenza di numerosi fondi e investitori istituzionali. L'operazione è stata assistita da un consorzio di Garanzia, che ha visto come global coordinator Barclays, Santander,Credit Suisse, Mediobanca e Citi, e come sub garanti Credito Fondiario e Algebris.
I possibili candidati per la nuova aggregazione
Sono diversi i possibili partner per una nuova aggregazione con Creval. Secondo indiscrezioni riportate da Milano Finanza e basate su un report elaborato da Equita SIM un primo candidato potrebbe essere Credit Agricole, che in italia controlla il gruppo bancario che include banche regionali appartenute al gruppo intesa quali Cariparma, FiulAdria e Carispezia oltre alle casse di risparmio di Rimini, Cesena e San Miniato rilevate lo scorso anno dal Fondo Interbancario per evitarne la liquidazione.
Altri possibili scenari includono la fusione con UBI, Credem, BPER e Banco BPM. L'angolo che rende interessante l'aggregazione con Creval riguarda, oltre al recente consolidamento patrimoniale anche un esteso piano industriale che prevede la chiusura di 84 filiali sia tradizionali che di tipo 'bancaperta' e circa 400 esuberi. Inoltre la significativa concentrazione geografica rende limitate le aree di sovrapposizione con gli altri istituti menzionati.