Arriva lo stop categorico alle buste paga in contanti. Questo significa che dal 1^ luglio i lavoratori si potranno pagare soltanto attraverso un bonifico. Ecco quindi che sarà vietato l’uso del cash. La misura è stata adottata per evitare il dilagante fenomeno dei pagamenti in nero abitudinari soprattutto in alcuni settori commerciali quali quelli turistici o legati all'edilizia. Comodo il pagamento in contanti: il datore di lavoro risparmia parecchi soldini e il lavoratore percepisce in nero una paga sulla quale non va a scontare le imposte dovute.

Si stima che in italia l’evasione contributiva e tributaria, nel periodo 2012-2014, abbia raggiunto i 108 miliardi di euro, 10,7 miliardi dei quali riconducibili all’evasione contributiva e 97 miliardi riconducibili invece all’evasione tributaria.

Dal 1°luglio stop alle buste paga false e ai contanti: ecco perché

A stabilire lo stop categorico a tale meccanismo ci ha pensato una norma della legge di Bilancio. Fra 3 mesi i mezzi di pagamento ammessi per remunerare i dipendenti saranno esclusivamente strumenti di pagamento elettronico o assegni da incassare. L’unica eccezione è rappresentata dal caso in cui il datore di lavoro abbia un conto corrente di tesoreria. In queste ipotesi il pagamento in contanti diventa tacciabile dato che comunque è possibile solo attraverso lo sportello postale o bancario.

L’obiettivo della norma è infatti quella di garantire maggiore trasparenza e dunque un'assoluta tracciabilità. E’ questo quello che auspicava anche l'Ispettorato del lavoro, che ha puntualizzato come tale fenomeno colpisca di più la "bassa manovalanza”.

Parole d’ordine tracciabilità e trasparenza: sanzioni salate per i trasgressori

Tale provvedimento deve quindi essere associato ad una massiccia campagna di sensibilizzazione e informazione per preparare al meglio i destinatari della misura che saranno innanzitutto i lavoratori delle cooperative, quelli subordinati, i co.co.co.

Restano fuori invece i dipendenti statali, badanti e colf che lavorano 4 ore al giorno per lo stesso datore.

Per rendere pienamente operativa e conosciuta tale misura è prevista una tavola rotonda fra il governo, Confindustria, le banche (Abi), le Poste e i sindacati. Sono due le novità che quindi incideranno concretamente sulle false buste paga, dissuadendone quindi la prassi finora molto sviluppata:

  • l’obbligo del datore di lavoro ogni qual volta stipula un nuovo contratto di lavoro di comunicare al Centro per l'impiego la modalità su come intende corrispondere il compenso;
  • le sanzioni da 1000 a 5000 euro per i datori che trasgrediscono tali regole.