Le recensioni, soprattutto se positive, oggi come oggi, nell'era del commercio elettronico sono fondamentali per ottenere un duplice risultato. In primo luogo, fidelizzare il cliente e poi attrarre nuovi potenziali clienti. Ecco perché molti siti di e-commerce e non solo danno la possibilità di rilasciare recensioni e, alcuni, come ad esempio Aliexpress che fa capo al colosso cinese Alibaba, chiedono espressamente ai propri clienti di esprimere il loro gradimento mediante una recensione. Di conseguenza, il fatto che il portale americano "Buzz Feed" abbia portato alla luce, nuovamente, che su Amazon siano diffuse false recensioni è alquanto allarmante.

Infatti, la fiducia tra le parti è alla base di ogni rapporto umano. E ancora di più in caso di un rapporto commerciale. Ma vediamo come funzionava il sistema perfetto delle false recensioni.

Il meccanismo perfetto

Il sistema delle false recensioni si baserebbe su una triangolazione tra venditori, intermediari o influenzatori e utenti finali selezionati che fungono da recensori. Dato che siamo nel campo del commercio online questa triangolazione avviene, soprattutto, attraverso i social network come, ad esempio, Facebook.

In pratica, i venditori riconoscono agli intermediari una fee sugli acquisti. E fino a qui niente di strano. Gli intermediari, però, spingerebbero gli utenti finali selezionati come recensori a emettere un giudizio positivo sul prodotto.

A questi ultimi i venditori riconoscerebbero una ulteriore fee variabile dai 3 ai 5 dollari. Inoltre, l'utente recensore, che ovviamente ha ricevuto gratis il prodotto, può legittimamente realizzare un guadagno ulteriore rivendendolo.

Secondo quanto risulta a "Buzz Feed" su Amazon circolerebbero oltre la metà di, cosiddette fake reviews.

Ma, nonostante in passato Jeff Bezos abbia cercato di risolvere il problema i risultati sono stati scarsi. Ma il fatturato di Amazon non ne ha risentito. Anzi. Anche perché, nel frattempo, la società di Bezos ha ideato altri metodi per accrescere il fatturato e la soddisfazione dei clienti.

La scansione dei corpi umani

Come riporta il Wall Street Journal, citato dal quotidiano "La Stampa" in questo periodo Amazon avrebbe selezionato dei soggetti che, dietro il riconoscimento a loro titolo di una carta acquisti del valore di 250 dollari, dovrebbero sottoporsi a delle scansioni del proprio corpo nel corso di un periodo di 20 settimane.

Questo, attraverso una particolare tecnologia messa a punto dalla società Body Labs, controllata da Amazon, permetterebbe di creare un avatar tridimensionale del soggetto in grado di memorizzare i cambiamenti di forma del corpo umano. Lo scopo sarebbe quello di permettere a chi acquista abbigliamento online di trovare più agevolmente la taglia giusta. Infatti, il cliente prima di procedere all'acquisto potrebbe far provare "virtualmente" l'abito al proprio avatar. In questo modo, poi, verrebbe ridotta, notevolmente, la pratica dei resi che, soprattutto per gli acquisti di abbigliamento online, incide pesantemente non solo sul fatturato ma anche sui costi di gestione.