Il prezzo del petrolio continua a salire e, di conseguenza, anche i suoi derivati stanno assistendo ad un vorticoso rally dei prezzi. In primo luogo, la benzina per autotrazione. Prima di vedere a quali livelli di prezzo sia arrivata la "verde" cerchiamo di capire un po' più approfonditamente quali sono i fattori che determinano il prezzo del carburante che paghiamo alla pompa.
Non solo Iva e accise
Complice anche il dibattito politico - economico degli ultimi mesi, siamo ormai consci che sul prezzo della benzina, almeno in Italia, incidono particolarmente Tasse e accise.
Tanto è vero che Matteo Salvini, in campagna elettorale, e, successivamente, nel contratto di governo sottoscritto con il capo politico del M5S, Luigi di Maio, ha evocato e fatto introdurre l'eliminazione delle accise più anacronistiche ancora in vigore, come quella per il finanziamento della Guerra d'Etiopia.
Ad influenzare, e di molto, il prezzo finale, come per altri tipi di fonti energetiche, come l'elettricità ed il gas, anche per la benzina è il costo della materia prima. E, forse non tutti sanno che, quest'ultimo, è determinato in base alla, cosiddetta, quotazione Platts. Si tratta, in estrema sintesi, di una vera e propria agenzia specializzata, la cui sede operativa è a Londra, e che stabilisce letteralmente il prezzo a cui può essere venduta una tonnellata di benzina da parte delle raffinerie industriali di tutto il mondo.
Il punto centrale di tutto il discorso è che il prezzo internazionale, determinato dalla quotazione Platts, va a sommarsi al prezzo del greggio e alle tasse ma, nello stesso tempo, esso è completamente indipendente da queste ultime due voci. Quindi potrebbe capitare, ed effettivamente è già successo, che il prezzo del petrolio cali ma non cali il prezzo della benzina.
E questo proprio per effetto del mancato calo del prezzo internazionale Platts.
Effettivamente, come hanno notato molti commentatori, questo meccanismo di determinazione dei prezzi potrebbe causare degli effetti distorsivi e, nello stesso tempo, presenta un problema di regolazione che, in passato, è stato anche oggetto di analisi da parte della Commissione Europea che ha aperto un'inchiesta al riguardo.
Ma, nel frattempo, l'altalena dei prezzi continua.
La situazione attuale
Quanto sopra detto serve a spiegare come mai, visto che la scorsa settimana il prezzo del petrolio ha rallentato la sua corsa, le compagnie petrolifere hanno continuato a ritoccare all'insù il prezzo della benzina. L'ultima, in ordine di tempo, è stata la Tamoil che ha alzato di 1 centesimo i prezzi consigliati alla rete di distributori. La benzina, quindi, secondo le tabelle aggiornate del Ministero dello Sviluppo economico, viene venduta ad un prezzo medio prossimo a 1,63 euro ma si possono raggiungere anche punte di 1,645 euro al litro. Più convenienti le, cosiddette, "pompe bianche" dove il prezzo medio della benzina è prossimo a 1,61 euro al litro.
Anche per il diesel si va da circa 1,49 euro al litro delle pompe bianche fino ad un massimo di 1,53 euro al litro. Ovviamente, questi sono i prezzi in modalità self - service.In modalità "servito" i prezzi della benzina possono anche raggiungere e superare 1,80 euro al litro ad eccezione, ovviamente, delle pompe bianche che si mantengono, mediamente, sotto la soglia di 1,70 euro al litro.
Proprio questa situazione ha fatto gridare all'allarme il Codacons. L'associazione dei consumatori, che nei giorni scorsi si era spinta a chiedere l'intervento dei Nas, denuncia il fatto che, ad oggi, i cittadini italiani pagano la benzina quasi il 12% in più rispetto agli altri paesi europei. Il Codacons, inoltre, teme che se non saranno presi provvedimenti urgenti il divario potrebbe, addirittura, accentuarsi. In pratica, oggi gli italiani spendono quasi 9 euro di più per un pieno di benzina e quasi 8 euro in più per il diesel. Questo, ovviamente, rispetto alla media europea.