L'ex Celeste Impero, la Cina, convertitasi solo negli ultimi anni ad una particolare forma di economia di mercato di stampo socialista sta, pian piano, diventando una potenza economica mondiale con cui tutti gli altri Paesi devono fare i conti. Ecco perché anche il nostro ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, è partito per una importante missione governativa nella Repubblica Popolare cinese. E, a quanto affermato dallo stesso ministro, il primo giorno di questa importante missione ha dato dei risultati molto positivi che dovrebbero contribuire a far crescere anche l'economia italiana.

Anche se, per il momento, la principale novità riguarda la costituzione da parte della Banca d'Italia di un nuovo portafoglio di Titoli di Stato cinesi denominato in renmimbi o yuan, le due denominazioni della moneta cinese.

Le dichiarazioni di Tria

Parlando ad una conferenza stampa presso l'ambasciata d'Italia in Cina, Tria ha definito la missione governativa un successo. I colloqui intercorsi con il ministro dell'economia cinese Liu Kun e con il Governatore della Banca Centrale cinese Yi Gang oltre che con il Presidente del CdA di Bank of China Liu Lian Ge hanno portato alla promessa di un rafforzamento dei rapporti bilaterali tra i due Paesi. Ora, secondo il ministro è necessario dare continuità a questi rapporti.

Della delegazione volata in Cina fa parte anche il Vicedirettore di Banca d'Italia, Fabio Panetta, che nella medesima occasione ha annunciato la nascita del nuovo portafoglio di titoli di Stato denominati in valuta cinese. Annuncio che fa entrare, ufficialmente, quella che è definita la "valuta del popolo", tra le riserve valutarie della Banca d'Italia.

Le motivazioni di Bankitalia

In effetti Banca d'Italia non è la prima istituzione finanziaria europea a creare delle riserve valutarie nella moneta cinese con lo scopo di investire in Titoli di Stato della Repubblica Popolare. Prima di lei avevano intrapreso questa strada sia la stessa BCE ma anche la Bundesbank tedesca. Come detto Via Nazionale investirà in Titoli di Stato cinesi attraverso la People's Bank of China, cioè la banca centrale cinese.

Questo perché, fondamentalmente, la Cina costituisce ormai un attore fondamentale sui mercati internazionali sia delle valute ma anche delle materie prime o altre commodities.

Il Vicedirettore Panetta ha voluto precisare, comunque, che Banca d'italia procederà in maniera molto cauta con i propri investimenti in Titoli di Stato cinesi. Infatti, il progetto è ancora in una prima fase di rodaggio. Anche se ha confermato che Banca d'Italia conosce abbastanza bene il mercato cinese la cautela è d'obbligo in quanto non possiede un'esperienza operativa diretta sufficiente. Questo, in pratica vuol dire che non tutte le riserve valutarie in renmimbi saranno investite in Titoli di Stato cinesi, ma solo una piccola percentuale anche se tale da costituire un valore segnaletico importante per le strategie future di diversificazione di investimento di Via Nazionale.

Ovviamente, il ministro Tria ha voluto anche rassicurare la comunità economica internazionale sulla tenuta e, sopratutto, la crescita della nostra economia. Crescita che dovrebbe divenire evidente dopo che verrà varata la nuova Legge di Bilancio 2019 che dovrebbe fugare le incertezze e far scendere lo spread. Nel frattempo la missione in Cina continua.