Qualcuno lo chiama golpe finanziario, per qualcun'altro si tratta di semplici affari, fatto sta che l'agenzia di rating Fitch ha fornito le prime valutazioni sul debito pubblico italiano e non sono affatto positive: "L'Italia è alla deriva". Venerdì l'agenzia di rating darà la sua valutazione ufficiale all'Italia che non dovrebbe essere drammatica ma sicuramente non positiva, il peggio però arriverà a settembre quando a darla saranno le altre due agenzie, Moody's e Standard & Poor's.

Tempesta finanziaria in arrivo e rischio Italexit

Una tempesta finanziaria potrebbe abbattersi sull'Italia a partire dai primi giorni di settembre, proprio come aveva preannunciato il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti.

Le prime dichiarazioni di Fitch non tranquillizzano affatto gli economisti italiani, anche se il rating attuale BBB non dovrebbe cambiare: sono le previsioni per il futuro che preoccupano, infatti il giudizio di Fitch passa da stabile a negativo. Attualmente siamo appena a due livelli sopra il livello spazzatura, i famosi junk bond, che portano i Paesi a fare la fine di Grecia e Argentina. Il dato preoccupante per i mercati sono le dichiarazioni del governo che, giorno dopo giorno, tuona contro l'Europa e nei piani economici non vuole tenere conto del deficit del 3%.

Sia Salvini che Di Maio negano la volontà di uscire dall'Europa e dall'Euro ma nei fatti il governo gialloverde assume un comportamento euroscettico e di aperto contrasto con i regolamenti UE.

Per le agenzie di rating il rischio è di un'Italexit, con conseguente morte dell'euro e un rischio di emulazione da parte degli altri Paesi che porterebbe l'Europa verso il caos finanziario. Ciò che fa tremare i mercati è la rilassatezza con la quale il governo sta affrontando temi economici importanti, incurante del tetto del 3% e annunciando politiche espansive nella spesa pubblica.

L'Italia vista dall'estero

Le politiche del governo gialloverde non preoccupano solo gli analisti finanziari ma anche altre forze politiche di Paesi europei. Dell'Italia si parla all'estero come ai tempi di Berlusconi e forse anche di più, in Francia ad esempio sono in molti a pensare che il nostro Paese uscirà presto dall'Europa.

In particolare non sono state viste bene le uscite di Di Maio e Conte quando, in occasione del meeting sull'immigrazione a Bruxelles, avevano dichiarato che in caso di mancanza di una risoluzione condivisa l'Italia non avrebbe più pagato la sua quota al bilancio europeo.