Moody's è la prima agenzia di rating internazionale ad aver tagliato ufficialmente il merito di credito dell'Italia. Da ieri il rating del nostro Paese è passato per Moody's da Baa2 all'attuale Baa3. Nel report pubblicato sul proprio sito istituzionale Moody's cita diverse ragioni che hanno portato a questa decisione ma le principali riguarderebbero la direzione intrapresa dal Governo con l'attuale manovra economica che, secondo Moody's, potrebbe condurre a deficit di bilancio più elevati nei prossimi tre anni rispetto a quelli precedentemente previsti dalla stessa agenzia di rating.

In secondo luogo, anche se Moody's ritiene che il rapporto debito/Pil si manterrà stabile intorno al 130% vi sono dei segnali che indicano una sua vulnerabilità soprattutto se le prospettive di crescita economica dovessero indebolirsi. Ciò nonostante l'outlook sul futuro economico del nostro Paese viene mantenuto stabile.

I dettagli del downgrade di Moody's

All'interno di questo quadro generale l'agenzia di rating ha preso in considerazione i prevedibili impatti negativi dell'attuale stallo delle riforme strutturali e fiscali. Per Moody's manca un piano coerente che favorisca la crescita economica dell'Italia. Secondo il report dell'agenzia di rating le attuali prospettive di crescita indotte dalla riforma fiscale prossima ventura sono solo temporanee.

Nel medio termine l'agenzia di rating stima che la crescita tendenziale dell'Italia dovrebbe ritornare intorno all'1%.

Il mantenimento dell'outlook stabile è dato dal fatto che per Moody's l'Italia continua a mantenere dei punti di forza, in particolare nel settore creditizio che dovrebbero controbilanciare l'indebolimento delle prospettive fiscali.

Altri punti di forza menzionati dall'agenzia di rating risiedono in un'economia molto ampia e diversificata. Ma anche in un forte posizionamento esterno e tassi di investimento internazionali ancora equilibrati. Questo è dovuto, essenzialmente, all'elevato risparmo primario delle famiglie italiane che può fungere da cuscinetto contro eventuali shock futuri e come fonte di auto finanziamento per il Governo italiano.

La reazione del Governo e i giudizi futuri

Da parte sua Palazzo Chigi ha commentato il taglio del rating con un "tutto come previsto" facendo intendere di non essere eccessivamente preoccupati per questo declassamento. Anche perché il taglio del merito di credito, come riferisce "Il Sole24ore" era stato ampiamente pronosticato da diversi operatori finanziari. Addirittura Thomas Strobel economista di Unicredit Bank a Monaco e Philip Gisdakis anche lui di Unicredit Bank avevano affermato di attendersi un downgrade in questi termini da Moody's. Non solo ma si aspetterebbero, addirittura, che Standard and Poor's emetta un ulteriore downgrade ma con outlook negativo. Anche se rimane qualche possibilità che anche Standard and Poor's mantenga l'outlook stabile.

Il giudizio di Standard and Poor's è atteso per venerdì 26 ottobre.

Per quanto riguarda la terza grande agenzia di rating internazionale Fitch, dovrebbe far conoscere il suo giudizio su merito di credito italiano solo nel 2019. Comunque, nella giornata di ieri 19 ottobre, è uscita una sua nota ufficiale che evidenzia come un ulteriore downgrade potrebbe innescare un effetto domino sulle banche italiane, in particolare quelle più esposte sul comparto obbligazionario e dei titoli di Stato. Fitch cita BNL, San Paolo Intesa, Unicredit, Mediobanca e Unipol Banca. Ma anche Banca Popolare di Sondrio, Monte Paschi di Siena e Banca Desio.