Continua a far discutere molto il delicato tema del reddito di cittadinanza che a partire dal 2019 dovrebbe entrare in vigore. Si tratta della proposta simbolo del Movimento Cinque Stelle che potrebbe diventare realtà e che, a differenza delle prime indiscrezioni fuoriuscite, potrebbe essere estesa anche a coloro i quali sono in possesso di una seconda casa. Dovrebbe essere questa l'ultima novità contenuta all'interno di un documento contenente le linee guida per l'erogazione dello strumento. Secondo quanto riferisce il quotidiano Il Sole 24 Ore, quindi, anche i proprietari di casa potranno ricevere il beneficio, a patto che siano soddisfatte particolari condizioni.
Reddito di cittadinanza: potrà riceverlo anche chi possiede una seconda abitazione
Più nello specifico, innanzitutto si terrà conto del reddito Isee e della proprietà dell'abitazione principale, dalla quale però verrà scontata una cifra pari a 280 euro che corrisponde alla cifra di un affitto. Ad integrazione delle condizioni di accesso al reddito di cittadinanza potrebbe farsi largo anche un'altra ipotesi: quella di elargire il sussidio anche a chi abbia una seconda casa, un garage, un terreno, o altro ancora, ma nel limite dei 30 mila euro. Secondo quanto ha specificato il vicepremier Luigi DI Maio, le tempistiche per l'entrata in vigore del reddito di cittadinanza dovrebbero aggirarsi attorno al mese di marzo, perché i centri per l'impiego dovrebbero essere riorganizzati entro quel periodo.
Il lavoro è ancora molto lungo: occorre riorganizzare i centri per l'impiego di tutta Italia
Il problema principale, infatti, riguarda le dotazioni informatiche di cui i centri per l'impiego scarseggiano ed è dunque necessaria un'organizzazione in questi mesi che anticiperanno l'introduzione del reddito di cittadinanza. Coloro i quali percepiranno tale beneficio dovranno stipulare un patto di servizio con il centro per l'impiego della propria zona per lo svolgimento di attività di pubblica utilità per una durata di almeno otto ore settimanali.
Se il soggetto interessato dovesse rifiutare oltre le tre offerte di lavoro, questo perderà il reddito, a meno che non si tratta di una proposta lavorativa lontana dalla propria residenza. Il lavoro da fare però è ancora molto lungo anche perché in Italia è molto raro che, quantomeno fino ad oggi, arrivi anche una sola offerta di lavoro per il cittadino.