Il Reddito di cittadinanza è probabilmente l'incentivo economico più generoso che lo Stato italiano abbia mai offerto finora a chi è senza reddito o quasi. I criteri che stabiliscono i beneficiari però si fanno sempre più stringenti, infatti per come stanno ora le cose gli individui che risultano ad oggi conviventi con i genitori potrebbero essere esclusi dall'aiuto economico.

Reddito di cittadinanza, "bamboccioni" a rischio esclusione

Le caratteristiche del Reddito di cittadinanza, per quello che si sa ad oggi, escluderebbero i maggiorenni che vivono con i genitori.

Sono i cosiddetti "bamboccioni", usando un inglesismo li potremmo chiamare "Neet", ovvero coloro che non studiano, non lavorano e non fanno nessuna attività di formazione. Quei ragazzi, dunque, che vivendo nella casa dei genitori e inseriti nell'Isee familiare (superiore a 9.360 euro) si vedranno esclusi dal beneficio. In realtà saranno esclusi anche chi non vive con i genitori ma è comunque inserito all'interno della dichiarazione dei redditi della famiglia. Riassumendo gli esclusi ad ora sono coloro che vivono con i genitori, non studiano né lavorano e vengono mantenuti.

Qualche tempo fa il consulente di Luigi Di Maio, il professor Pasquale Tridico, aveva proposto di far iscrivere in massa questi ragazzi ai centri dell'impiego.

Un'iniziativa che, se realizzata, farebbe aumentare a dismisura il numero di inoccupati in Italia (circa 1 milione in più) ma che, a livello macro economico, farebbe aumentare il Pil potenziale. Il Pil potenziale andrebbe poi di conseguenza ad aumentare l'output gap che è l'unico indice che l'Unione Europea tiene in considerazione: il deficit strutturale.

Così facendo l'Italia si metterebbe in regola con le richieste provenienti da Bruxelles.

I dettagli devono ancora essere approfonditi

Al fine di convincere i Neet ad iscriversi ai centri per l'impiego bisognerebbe incentivarli con il Reddito di cittadinanza, ma i 7 miliardi finora stanziati per coprire gli assegni non sono sufficienti per elargire questo beneficio anche a loro.

Dovrebbero dunque iscriversi di spontanea volontà, magari grazie alla riforma dei centri dell'impiego che dovrebbe garantire più opportunità di lavoro. Al momento sono tutte linee guida, nulla è definito nei dettagli; la platea che riceverà il sussidio è l'aspetto più delicato della manovra e il processo necessita ancora altro tempo.