La decisione è stata presa ieri, venerdì 2 novembre, dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio e potrebbe rappresentare una gradita sorpresa di Natale per milioni di consumatori italiani. La sentenza riguarda un ricorso in appello presentato dalla Vodafone contro la delibera dell’Autorità di Garanzia del mercato delle telecomunicazioni che imponeva alle compagnie telefoniche di restituire ai propri clienti quanto impropriamente incassato, tra il 2016 e il 2017, con il passaggio alla fatturazione a 28 giorni. Il Tar Lazio che, inizialmente, aveva sospeso l’attuazione della delibera Agcom in attesa del Verdetto finale proprio su questo ricorso, ha finalmente emesso la sua decisione.

E la sentenza è stata di rigetto.

Le motivazioni della decisione del Tar

Nella sua sentenza il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha espressamente chiarito che non esisterebbero ragioni oggettive che impedirebbero alle compagnie telefoniche di adeguarsi alla richiesta rivolta loro dall’Autorità garante del mercato. Non ci sarebbero nemmeno i paventati problemi di natura tecnologica a creare quelle che il Tar definisce presunte “insormontabili difficoltà”.

Le modalità del rimborso

Il Tar Lazio ha anche stabilito, forse ponendo definitivamente la parola “fine” ad una annosa questione che va avanti dal 2017, che i clienti – consumatori dovranno ricevere i rimborsi loro dovuti attraverso un accredito diretto sulle bollette telefoniche.

I rimborsi riguarderanno tutte le fatture emesse con periodicità temporale di quattro settimane o 28 giorni a partire dalla data del 23 giugno 2017. Tale accredito dovrà essere effettuato, come accennato sopra, entro e non oltre il 31 dicembre 2018.

Confermata l’interpretazione dell’Agcom

Con questa decisione, attesa da molti consumatori, il Tar del Lazio non fa altro che confermare l’impostazione e l’interpretazione giuridica della vicenda data dall’Autorità garante delle telecomunicazioni, che già a giugno 2017 aveva imposto alle maggiori compagnie telefoniche di ritornare alla fatturazione mensile eliminando quella a 28 giorni.

Quest’ultima infatti non faceva altro che aumentare le mensilità effettivamente pagate dai clienti alle compagnie telefoniche. Essendo l’anno composto di 52 settimane, la fatturazione a 28 giorni o quattro settimane, consentiva alle aziende telefoniche di ricevere canoni di abbonamento più o meno per 13 mensilità invece delle consuete 12. Le compagnie telefoniche avevano proposto ricorso, forse sperando anche nei tempi lunghi della giustizia italiana, e il Tar aveva, come accennato sopra, sospeso l’entrata in vigore della delibera fino all'esito del verdetto. Che ora è arrivato. Per di più già nel corso dell’estate l’Agcom aveva ribadito che il termine ultimo per effettuare i rimborsi ai consumatori era il 31 dicembre 2018. Ora alle compagnie telefoniche non dovrebbe rimanere altra via d’uscita che effettuare i pagamenti dovuti.