Giuseppe Conte ieri sera si è recato nuovamente a Bruxelles per discutere della manovra economica italiana, il rapporto deficit Pil inizialmente fissato al 2,4% è stato oggetto di aspre polemiche da parte della Ue che hanno minacciato una manovra d'infrazione. Così il nostro premier ha proposto di abbassarlo al 2,04%, ma anche in questo caso per Moscovici non è abbastanza.

Manovra, Moscovici aiuta la Francia e boccia l'Italia

Alcune voci di corridoio parlano di un probabile aumento dell'Iva a partire dal 2020, aumento che servirebbe a finanziare quota 100 e il reddito di cittadinanza.

L'obiettivo del governo, comunque sia, è di non toccare i fondi messi a disposizione per le due grandi misure messe in atto per le pensioni e per il sostegno al reddito. Non toccando, dunque, i miliardi già stanziati il governo li sta cercando altrove: l'ipotesi è quella di far scattare le clausole di salvaguardia per il 2020, guadagnando così ulteriori 13,7 miliardi. Inoltre, tra gli altri fondi dove il governo potrebbe attingere, ci sono le dismissioni di Stato che valgono 7,5 miliardi.

L'iniziale apertura trapelata nella giornata di ieri da parte della Commissione, però, è stata smentita stamani dal Commissario Ue agli Affari economici. Moscovici parla di passi nella giusta direzione, ma che ce ne sono tanti altri da fare, "forse da entrambe le parti".

Quello che effettivamente stona in tutta questa vicenda è la concessione che invece è stata garantita alla Francia di sforare il tetto massimo del 3%, ben oltre dunque quanto richiesto dall'Italia. La protesta dei gilet gialli ha spinto Macron a chiedere maggiore tolleranza sul rapporto deficit/pil e gli è stata concessa senza troppi giri di parole.

Il governo italiano ha ovviamente protestato, parlando di due pesi e due misure da parte di chi invece dovrebbe garantire equità di trattamento tra gli Stati. "Penso che ciò che è desiderabile è che questo sforamento sia il più limitato possibile" ha enunciato Moscovici durante un'audizione al Senato francese, confermandone comunque l'accettazione.

Il vice presidente della Camera attacca il governo

Mara Carfagna, intanto, sbeffeggia il governo: "Prima il 2,4%, poi il 2,2% e ora il 2,04%, la credibilità del governo è pari a zero". La vicepresidente della Camera prende in giro l'esecutivo, ponendo l'accento sui roboanti annunci sulla "manovra intoccabile, dei brindisi sul balcone a Palazzo Chigi" e sui mesi di "chiacchiere che valgono nulla". Per l'azzurra Carfagna si tratta di una vergogna immane e di una colossale perdita di tempo.