L'emergenza Coronavirus sta danneggiando anche la categoria dei benzinai. A partire da ieri, 25 marzo, era stato annunciato uno sciopero del settore, ma in seguito all'intervento del Ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e di quello per le Infrastrutture e i Trasporti Paola De Micheli, l'ipotesi è stata scongiurata.
Alessandro Zavalloni, segretario generale della Fegica-Cisl, ha precisato che non era stato proclamato alcuno sciopero. Ha aggiunto che i benzinai chiedono un sostegno al governo perché rischiano di ritrovarsi senza alcuna liquidità per sostenere le spese e garantire il servizio nelle migliori condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza.
Il premier Conte, intervistato dal TG5, aveva chiesto alla categoria di fare un passo indietro, ricordando che fornisce al Paese un servizio essenziale che non deve essere messo in discussione in questo momento difficile. Infine aveva assicurato che ci sarebbero stati degli incontri per trovare delle soluzioni nell'interesse di tutti.
E così, mercoledì pomeriggio è stata organizzata una conference call tra i due ministri sopracitati e i rappresentanti delle varie associazioni di categoria.
I benzinai non chiudono ma lamentano scarsa liquidità per comprare il carburante
Durante la conferenza, gli esponenti di Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio hanno descritto la paradossale situazione che si è venuta a creare a causa dell'emergenza coronavirus.
I distributori di carburante sono considerati servizio essenziale, e rientrano quindi tra le attività che non vanno interrotte. Tuttavia, la quarantena ha causato un forte calo del fatturato con conseguente carenza di denaro liquido da spendere per sostenere i costi dell'attività quali il rifornimento dei carburanti, gli stipendi e le royalty fisse per le aree di servizio autostradali.
Proprio da queste ultime il 25 marzo sarebbe dovuta partire la serrata, ma Martino Landi, presidente della Faib, ha voluto rassicurare i ministri, affermando che, finché sarà possibile, nessun distributore autostradale interromperà il suo lavoro.
La Ministra De Martino si è impegnata affinché il Governo intervenga per fornire un valido aiuto agli esercenti, magari partendo proprio da un accordo sulle commissioni.
Inoltre potrebbe essere chiesto alle compagnie petrolifere di attuare una piccola dilazione sul pagamento dei carburanti.
I benzinai parlano di calo delle vendite anche del 90%
I sindacati riportano che in queste settimane i consumi sono già crollati del 90%. Giuseppe Sperduto, presidente dell'associazione dei gestori di carburanti Faib Roma e vicepresidente nazionale, nonché titolare di un distributore nella periferia capitolina, al Corriere della Sera ha dichiarato che prima dell'epidemia i litri di carburante venduti giornalmente erano superiori a 10.000, mentre in questo periodo difficilmente si raggiungono i 1.000 litri. Questo brusco calo delle vendite, unito alla chiusura delle attività connesse alle stazioni di servizio - quali bar e tabacchi - stanno mettendo a dura prova la tenuta economica dell'attività.
Il quadro descritto da Sperduto riguarda anche altri esercenti che lamentano come la loro categoria, per il momento, sia esclusa da qualsiasi aiuto previsto dal governo nell'ambito delle misure attuate in questa fase di emergenza (slittamento dell'Iva e cassa integrazione, ad esempio) poiché per legge devono essere operativi.
Conftrasporto chiede al Governo di intervenire in soccorso dei benzinai
Paolo Uggè, vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, nella giornata di ieri aveva espresso la sua preoccupazione circa un eventuale sciopero dei benzinai, poiché questa protesta avrebbe messo in serio pericolo anche il trasporto dei beni essenziali. L'esponente dell'associazione ha invitato il Governo a tener conto delle esigenze della categoria, fornendo soluzioni al problema.
Infatti, una chiusura dei distributori di carburante avrebbe gravi conseguenze anche sulla disponibilità dei servizi necessari quali la consegna dei rifornimenti agli ospedali che già stanno vivendo un momento molto difficile a causa del coronavirus.
Più dure, invece, erano state le dichiarazioni delle associazioni dei consumatori. Il Codacons, in caso di sciopero dei benzinai, aveva annunciato che avrebbe fatto scattare denunce penali per gli eventuali danni causati a farmacie e ospedali. Carlo Renzi, presidente dell'associazione, aveva aggiunto che si rischiava di danneggiare anche i supermercati e i cittadini, i quali avrebbero potuto riscontrare difficoltà nell'acquisto di viveri e altri beni di prima necessità.
Massimo Dona dell'UNC, invece, aveva invitato il Governo a precettare i titolari dei distributori - qualora la chiusura si fosse concretizzata - per quella che sarebbe stata un'agitazione "irresponsabile e inaccettabile". Fortunatamente, dopo il vertice tra governo e sindacati, questo pericolo almeno al momento pare sia stato scongiurato.