Il problema dei canoni di locazione privati e commerciali sta affliggendo parte degli italiani che, a causa della sospensione della propria attività per l'emergenza sanitaria in atto, al momento non sono in grado di pagare l'affitto. Purtroppo, attualmente non è stato previsto alcuno sconto sui canoni di locazione, ma tutto potrebbe evolversi con un decreto governativo da un momento all'altro. La gestione della questione è affidata esclusivamente al buonsenso. L'emergenza in atto è cosa nuova per tutti ed anche per la legge. Quindi, a parere del sindacato veneto Sicet, in quest'occasione l'unica ipotesi fattibile a livello nazionale è quella di un accordo tra locatario ed inquilino che preveda la sospensione o la riduzione momentanea del canone d'affitto, con una successiva dilazione nei mesi a seguito degli affitti non pagati o della quota restante (nel caso di riduzione) dei mesi di marzo e aprile.

Qualsiasi accordo prevederà anche una formalizzazione, andrebbe cioè messo per iscritto. "Questo è l'unico consiglio che possiamo dare alle parti coinvolte", dice il Sindacato Cisl Inquilini di Belluno e Treviso.

La problematica attuale sui canoni di locazione

"Adesso il problema più grosso ce l'hanno i commercianti - afferma Pietro Scomparin del Sicet - Comunque qui sono in difficoltà sia gli inquilini che gli affittuari, i primi perché non riescono a corrispondere il canone ed i secondi perché a loro viene a mancare una fonte di reddito". Scomparin aggiunge che sta ricevendo al momento tante richieste da parte di entrambe categorie che vogliono sapere cosa ha deciso la legislazione in merito.

Ebbene non c'è alcun decreto in materia allo stato attuale, quindi sarà possibile solo agire per via di trattativa privata.

Le ipotesi della Cisl veneta

Nel caso si giungesse negli affitti privati ad un accordo tra le parti, esso dovrà essere inviato anche all'Agenzia, al fine di formalizzare il tutto.

"È mortificante dirlo, ma poi rimane un'ultima spiaggia", ribadisce Pietro Scomparin.

Nel senso che, nel caso non si giungesse ad un'intesa tra le parti resterebbe sempre la possibilità di inviare per vie legali, una dichiarazione che riporti l'impossibilità da parte dell'affittuario di pagare il canone per cause non imputabili a lui. È pur sempre un'ipotesi fattibile nel caso non restasse altro da fare che comporterebbe però ulteriori oneri per gli affittuari, secondo il sindacalista.

Guardando oltre, si potrebbe pensare di agire sulla leva fiscale oppure di cancellare o ridurre la quota Imu corrente anno per quanto concerne gli affitti non riscossi.

La questione dei canoni d'affitto degli studenti all'Università

Anche questa è una tematica preoccupante adesso. Ovvero come gestire gli affitti di tutti gli studenti universitari che si vedono costretti a pagare un canone per delle case delle quali non hanno usufruito, causa sospensione attività didattiche di ogni genere prevista dal decreto del 5 marzo. In questi casi occorrerebbe consentire il credito d'imposta alla pari degli affitti commerciali, così come previsto dalla legge numero 18 di quest'anno.