Una possibile tassa sui prelievi ai bancomat non trova l'approvazione di Diego Fusaro. La possibile norma, che il quotidiano di destra Il Tempo sostiene sarebbe indicata dal piano Colao, viene fortemente criticata dal filosofo nell'ambito della sua rubrica RadioAttività del 10 giugno, in onda su Radio Radio. Diego Fusaro non è affatto convinto che l'idea di tassare i prelievi per favorire i pagamenti elettronici sia uno strumento efficace di contrasto all'evasione fiscale. L'obiettivo per la quale l'ipotesi è stata partorita - anche se nel piano Colao non c'è alcuna traccia chiara di questa possibilità - è fare in modo che i pagamenti elettronici e tracciati mettano da parte l'utilizzo fisico di soldi che spesso permettono l'evasione fiscale.

L'idea di una tassa sui bancomat, a suo avviso, andrà a incidere su quelle classi sociali che sono indebolite dal momento storico. "Si tratta - specifica - a tutti gli effetti di una norma iperclassista che va a colpire i ceti medi e le classi lavoratrici e non va nemmeno a sfiorare l'interesse del grande capitale multinazionale finanziario ed e-commerce". L'eventuale tassa per il filosofo va considerata "iniqua" e come una "forma di cleptocrazia". La durezza del commento risiede nel pensiero di base da lui espresso secondo cui "chi ha dei soldi in banca li ha perché gli appartengono". Questa tassazione, a detta di Fusaro, massacrerebbe coloro che faticano ad arrivare a fine mese.

Tassa su prelievi: Fusaro critica il governo

Il riferimento del filosofo va a quelle grandi multinazionali, come ad esempio quelle del web, per le quali da tempo si palesa per alcuni la necessità di un sistema che li porti a pagare tasse come gli altri sul territorio italiano. Viceversa la strategia di disincentivare l'approvvigionamento di contanti agli sportelli automatici rischierebbe di essere un duro colpo a classi sociali già provate dall'emergenza economica.

"Andare a colpire - spiega Fusaro - la tassazione dei prelievi del bancomat va a massacrare quanti faticano ad arrivare a fine mese: i ceti medi massacrati dalla globalizzazione e le classi lavoratrici in peggioramento costante delle proprie condizioni".

L'eventuale messa in atto di una strategia anti-contanti secondo il filosofo finirebbe per imbrigliare nella rete solo qualche 'pesce piccolo'.

O almeno e ciò che si evince dalla sua idea. "Si colpirà - incalza - qualche briccone di strada ... I grandi malandrini del capitale cosmopolita non verranno nemmeno sfiorate, ma potranno ridere di gusto".

Duro, inoltre, il commento riservato all'esecutivo presieduto da Giuseppe Conte in merito a potenziali politiche di tassazione sui prelievi. "È - spiega Fusaro - la legge della glebalizzazione, ossia, del neocannibalismo garantito dai processi della globalizzazione pienamente appoggiati da un governo nemico di chi lavora e amico di chi specula in maniera parassitaria alle spalle di chi lavora".

La notizia di una possibile tassa sui contanti non è contenuta in modo chiaro nel documento scritto dalla task force per il rilancio dell'economia italiana presieduta da Colao.

In realtà l'unico accenno è presente in un passaggio in cui consiglia di stabilire "disincentivi al ritiro e all’utilizzo dei contanti, ad esempio con un anticipo fiscale a valere sui prelievi di contante".