Per la serie BlastingTalks, intervistiamo Giovanni Mocchi, vicepresidente Zucchetti Group. L’azienda da oltre 40 anni offre ad aziende, professionisti e associazioni di categoria soluzioni software, hardware e servizi permettendo di disporre della migliore soluzione sul mercato per soddisfare le diverse esigenze tecnologiche.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

Partiamo dal vostro modo di intendere e interpretare il business tecnologico in Italia: cosa caratterizza la vostra operatività all’interno del settore?

Zucchetti realizza e vende software applicativo, ossia sistemi gestionali-ERP, soluzioni HR per la gestione del personale, soluzioni contabili e fiscali per i commercialisti, applicazioni paghe per i consulenti del lavoro e molto altro ancora. In pratica forniamo la tecnologia che è il ‘motore’ di tutte le attività di business. Per questo ci definiamo il partner strategico ideale per la digitalizzazione del Paese, perché con la nostra offerta applicativa possiamo veramente portare innovazione a tutto il Sistema Italia, dalle microimprese, alle PMI e grandi aziende, dai professionisti alla Pubblica Amministrazione e alla Sanità.

Passiamo alla difficile situazione degli ultimi mesi dettati dal coronavirus: qual è stato l’impatto della diffusione del virus sulla vostra realtà aziendale?

L’impatto è stato fortissimo anche perché l’headquarter di Zucchetti è a Lodi, a pochi km da Codogno, che è stata la prima ‘zona rossa’ d’Italia. La nostra reazione immediata è stata quella di mettere in sicurezza le 6.000 persone del gruppo e nell’arco di un weekend abbiamo consentito a tutti i dipendenti di lavorare in smart working, garantendo continuità operativa a tutti i nostri clienti.

Poi abbiamo pensato a come l’azienda poteva dare il suo contributo a livello sociale e su richiesta dell’ASST di Lodi, in collaborazione con Medici Senza Frontiere, abbiamo approntato in poche settimane una soluzione di telemedicina capace di monitorare da casa i pazienti Covid-19 in fase non acuta.

Con quali riscontri?

Attraverso la nostra piattaforma di Telemedicina le strutture ospedaliere hanno gestito più di 10.000 malati Covid-19 e diminuito enormemente la pressione dalle corsie degli ospedali.

Da questa esperienza, che ha fatto comprendere non solo a medici e a infermieri ma anche agli stessi pazienti quanto la tecnologia potesse essere d’aiuto non solo in condizioni di emergenza, ma anche per le patologie croniche, è nata in Zucchetti la BU “Healthcare Solutions”, che ha proprio il compito di studiare, sviluppare e portare alle strutture sanitarie nazionali le soluzioni in grado di digitalizzare la Sanità.

E dal punto di vista operativo, com’è cambiato il vostro modo di lavorare dopo i provvedimenti restrittivi alla mobilità avviati dal governo?

Come detto, il ricorso allo smartworking è diventato una modalità operativa che riguarda la totalità delle nostre persone. Ovviamente, in caso di necessità, sono previste anche giornate di lavoro in ufficio, rispettando i protocolli di sicurezza indicati dal Governo, ma le attività procedono regolarmente così come avveniva prima della pandemia.

I nostri dipendenti hanno manifestato grande apprezzamento per questa flessibilità e hanno dimostrato grande senso di responsabilità, conciliando impegni lavorativi ed esigenze familiari nel migliore dei modi, senza alcun vincolo di controllo, ma dando priorità ai risultati prodotti sia individualmente che all’interno del team di lavoro.

Mentre per quanto concerne i vostri clienti qual è stato, dal vostro particolare punto di vista, l’impatto di Covid-19 sulle loro attività e come sono cambiate le richieste di accesso alle soluzioni tecnologiche in questi mesi?

Dopo le prime settimane d'inevitabile ‘assestamento’ i clienti hanno risposto in modo proattivo alla crisi, puntando sull’innovazione dei propri processi per continuare la propria attività.

Mi riferisco in particolare agli investimenti in soluzioni “cloud”, che hanno permesso loro di lavorare anche da remoto, con accesso agli applicativi anche da dispositivi mobili. Le organizzazioni più strutturate hanno anche cercato applicazioni in grado di ottimizzare gli spazi aziendali, come la nostra soluzione ZWorkspace, che consente di prenotare desk, postazioni di lavoro, scrivanie, aule, sale riunioni, ma anche parcheggi in modo semplice e intuitivo tramite una app. Molti clienti ci hanno anche chiesto consulenza per aiutarli a strutturare nel modo più efficiente l’attività in smart working, non solo ovviamente dal punto di vista dell’infrastruttura tecnologica da approntare, ma anche sul versante della gestione del personale.

Nonostante il difficile contesto di mercato, negli scorsi mesi avete concluso l’acquisizione di Scloby, una start up nata nell'incubatore di imprese Innovative del Politecnico di Torino. Con quali obiettivi di lungo termine?

Nonostante il settore dell’hospitality sia stato uno dei più penalizzati a livello economico a causa delle misure restrittive previste dai vari DPCM, Zucchetti ha continuato a investire anche in questo mercato, ad esempio con acquisizioni di società come Scloby, che hanno realizzato soluzioni davvero innovative per chi opera nella ristorazione. Il nostro obiettivo è quello di arricchire sempre di più la nostra offerta di soluzioni e servizi per diventare un fornitore globale di tecnologia, capace di soddisfare qualsiasi esigenza dei clienti in ottica digital transformation.

Per raggiungere questo obiettivo abbiamo una duplice strategia: da un lato potenziare continuamente il nostro team di ricerca e sviluppo, che già oggi conta 1.500 persone sulle 6.000 totali del gruppo, dall’altro acquisire aziende specializzate in settori verticali per inserire in azienda non solo nuove applicazioni, ma ulteriori professionalità e competenze.

In che modo la pandemia cambierà il vostro settore nei prossimi anni? Possiamo attenderci un progressivo ritorno alle pratiche del passato una volta rientrata l’emergenza o prevedete un vero e proprio cambio di paradigma?

L’emergenza sanitaria è stata paradossalmente un fattore potentissimo di accelerazione sul fronte della digitalizzazione.

La fatturazione elettronica, introdotta dal legislatore lo scorso anno, era stato un obbligo vissuto con una forte resistenza dal mondo imprenditoriale e dai professionisti. Quest’anno tutti ne hanno apprezzato i benefici, perché questa modalità ha semplificato e velocizzato enormemente lo scambio di informazioni tra i vari soggetti coinvolti, con una maggiore certezza anche nella definizione dei termini di pagamento. Per questo crediamo che non si tornerà indietro, anzi confidiamo che finalmente l’Italia potrà recuperare il gap in termini di innovazione tecnologica accumulato in questi anni.

Infine, cosa possiamo imparare da quanto stiamo vivendo in questi mesi per diventare più resilienti di fronte a sfide come quelle attuali e quali opportunità possiamo cogliere per favorire la ripartenza?

La propensione al cambiamento e la capacità di adattamento saranno sempre più decisivi per essere competitivi, in tutti i settori, ma a maggior ragione nell’Information Technology, dove in passato abbiamo visto leader assoluti di mercato uscire di scena in meno di un anno. In Zucchetti questa “resilienza” è molto radicata, grazie anche alla filosofia aziendale che la famiglia Zucchetti ha trasmesso e continua a trasmettere alle sue persone. E sono proprio i principi e i valori condivisi che alla fine permettono di superare le difficoltà con i minori danni possibili. “Noi innoviamo per migliorare la tua vita” è il purpose della Zucchetti, ossia lo scopo che si è dato l’azienda, rivolgendosi a tutti: dipendenti, clienti, fornitori, stakeholder, nonché la comunità intera. L’obiettivo della nostra azienda, quindi, è sì crescere, ma sempre in un’ottica di sostenibilità e responsabilità sociale.