Per la serie BlastingTalks, intervistiamo Ludovica Negri, chief marketing officer di Italmoto. L’azienda produce veicoli (moto, scooter ed e-bike) a elevato tasso tecnologico, avendo come obiettivo la promozione della mobilità sostenibile. Il brand nasce nel 1952 all’interno della Motor Valley, dove sono nati alcuni dei marchi automobilistici e motociclistici più importanti al mondo.
BlastingTalks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.
Partiamo dal concetto di mobilità sostenibile che sta alla base dei vostri prodotti: quale visione muove la vostra quotidianità lavorativa e quali obiettivi vi ponete?
Il modo in cui le persone si spostano soprattutto nei grandi centri urbani, è oggetto di un profondo cambiamento. Le persone stanno acquisendo coscienza dei problemi ambientali e sono sempre più disposti a considerare l’utilizzo di veicoli più sostenibili e che riducano l’impatto ambientale della vita di tutti i giorni. Noi vogliamo essere tra i protagonisti di questa transizione e per questo già da diversi anni stiamo investendo in ricerca per poter offrire alla nostra clientela prodotti innovativi e dal design marcatamente italiano.
Come funziona, nello specifico, il processo di progettazione, scelta dei materiali e produzione?
Il processo inizia con una ricerca di mercato che dà indicazioni al team dei designer sulla tipologia di prodotto da sviluppare. In pochi mesi passiamo dall’idea al prodotto finale, che viene completamente assemblato in Italia. I componenti vengono attentamente selezionati dai nostri buyer sia in Italia che in Asia, dato che alcuni componenti non sono assolutamente reperibili in Europa.
Vi è inoltre uno studio continuo di materiali innovativi, in particolare quelli di riuso, che rendono i nostri prodotti, soprattutto quelli in via di sviluppo, a basso impatto ambientale.
Passiamo alla crisi dovuta alla diffusione del coronavirus: qual è stato l’impatto del primo lockdown rispetto alla necessità di garantire la continuità aziendale e in che modo avete fatto fronte alle esigenze di contenimento dei rischi da contagio?
Da un punto di vista organizzativo l’attività non si è mai interrotta, avendo avviato sin da subito lo smart working per dare continuità alla parte amministrativa e di sviluppo. La parte produttiva, invece, non ha subito grandi ripercussioni se non per le poche settimane di chiusura obbligata.
Nonostante il difficile contesto socio-economico, il mercato delle due ruote sembra aver mostrato una buona resilienza in questo particolare momento: quale riscontro state ricevendo dal mercato?
Il nostro settore è uno di quelli che ha subito minori ripercussioni dall’emergenza pandemica. A livello globale, anche grazie a incentivi pubblici stanziati dai diversi Stati, la domanda di veicoli elettrici della cosiddetta mobilità dolce, sta continuando a crescere.
Una bicicletta o un monopattino elettrico riducono i rischi di assembramento, trasportano le persone in maniera sicura e divertente e, a differenza di auto e moto, non hanno costi fissi di proprietà. Anche per questo motivo le vendite di tali prodotti stanno raggiungendo livelli mai visti prima.
E guardando al lungo termine, vi aspettate che l’attuale situazione produca un cambio di paradigma o pensate che a emergenza finita si potrà ripristinare gradualmente la situazione precedente?
Sicuramente gli incentivi statali hanno concentrato la domanda in un unico periodo. È però difficile stimare il mercato per i prossimi due anni in quanto, parlando di prodotti durevoli, il riacquisto è prevedibile dopo non meno di tre anni.
È presumibile pensare che il mercato continui a crescere perché sempre più persone si avvicinano a questo nuovo tipo di mobilità e nuove tipologie di prodotti vengono immessi sul mercato in continuazione.
Veniamo alla questione della sostenibilità e dell’attenzione per l’ambiente: perché ritenete così importante investire in questi valori?
Il tema dell’ambiente è stato trascurato dai governi per troppi anni. Le persone, anche grazie a movimenti green, hanno però acquistato consapevolezza dei rischi che corriamo se non adegueremo velocemente i nostri comportamenti alla salvaguardia ambientale. La nostra azienda vuole sostenere questi principi offrendo prodotti sempre più green e sempre più accessibili alla maggioranza della popolazione.
Infine, cosa possiamo imparare a suo parere dal difficile momento che stiamo vivendo e quali opportunità possiamo cogliere per trasformare in senso positivo quanto vissuto?
Siamo certi che la pandemia abbia cambiato lo stile di vita di tutti noi. Il mondo non è più quello di prima e noi vogliamo avere un ruolo in questo nuovo scenario. Il nostro obiettivo è quello di offrire non solo un prodotto, ma soprattutto un’esperienza che dia all'acquirente la consapevolezza di contribuire a rendere il nostro pianeta un posto migliore.