Per la serie BlastingTalks, intervistiamo il coo e co-founder di Pigro.ai Nicola Abbasciano, Pigro è un tool di intelligenza artificiale che trova il contenuto corretto all’interno delle knowledge base aziendali ed estrae una risposta precisa e puntuale.

Blasting Talks è una serie di interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks Italia.

Partiamo da Pigro.ai e dal settore nel quale opera, ovvero quello dell’intelligenza artificiale e della gestione delle informazioni. Può spiegarci quali sono i principi di funzionamento del servizio che offrite?

Le organizzazioni investono tempo e denaro per creare ed aggiornare contenuti di valore che possano essere di supporto a clienti e collaboratori. Sfortunatamente la documentazione digitale è spesso lunga, redatta in differenti formati, distribuita su più servizi interni o dischi locali e di conseguenza risulta non facilmente accessibile e consultabile. Ciò che fa Pigro è di importare automaticamente la knowledge base aziendale da qualsiasi repository (cartelle condivise, knowledge management system, CRM, website,...) e di imparare dalla documentazione prodotta dall'azienda in modo continuativo.

Il dipendente o il cliente che inserirà una domanda nell’interfaccia di Pigro.ai riceverà come risposta la porzione di testo contenente ciò che sta cercando.

Da un punto di vista pratico, quali sono i vantaggi e i riscontri pratici per i vostri clienti?

Ciò che accade quando un utente cerca informazioni nella documentazione aziendale può essere declinato principalmente in 3 scenari.

Caso 1: l’utente non sa che esiste un documento che potrebbe essere utile per il proprio scopo e, quindi, non prova neanche a cercarlo. Caso 2: l’utente sa dell’esistenza di un contenuto, ma non sa dove si trova. Caso 3: l’utente sa dove si trova il documento contenente l’informazione che cerca, ma non sa in quale preciso punto (magari non esiste un indice ed il documento è composto da decine di pagine).

Nel primo caso non stiamo valorizzando un patrimonio di conoscenza che potrebbe essere condiviso, nei casi 2 e 3 l’accesso alla conoscenza è complicato e comporta enorme perdita di tempo. Ecco quindi che Pigro, fornendo immediatamente la risposta, fa risparmiare tempo, aumenta la produttività, migliora la condivisione delle informazioni. Il sistema, inoltre, grazie alla sua tecnologia proprietaria, ha tempi di setup estremamente rapidi e non richiede investimenti in ore uomo nella manutenzione. L’azienda continuerà a creare contenuti e ad archiviarli là dove è abituata a farlo, a tutto il resto pensa Pigro.

Si parla moltissimo dei benefici prodotti dall’impiego dell’intelligenza artificiale: esistono anche dei rischi?

Come in tutte le cose il rischio è legato all’utilizzo che ne fa l’uomo. L’AI è uno strumento che permette di creare efficienza in tantissimi ambiti con enormi benefici potenziali. E’ ovvio che l’ultima parola deve spettare sempre all’essere umano, il quale (si spera) utilizzi questo strumento con senso etico. Ed proprio sull’utilizzo etico dell'AI che le istituzioni pubbliche devono fungere da regolatori e controllori.

Cosa significa fare innovazione in un momento così delicato e drammatico come quello che stiamo vivendo? Quali sono le principali difficoltà che dovete affrontare?

Innovare è l’unica strada possibile per superare shock esterni come quello che stiamo vivendo oggi: innovazione nelle tecnologie, nei modelli di business, nei processi, nelle abitudini di vita.

Di conseguenza fare innovazione significa essere parte attiva nella risoluzione di problemi complessi. Le difficoltà sono legate a far comprendere alle persone la necessità del cambiamento e che non c’è tempo per procrastinare. Questo problema è evidente all’interno delle aziende: non sempre alla presa di consapevolezza fa seguito una rapida attuazione, per cui i cambiamenti sono implementati con estrema lentezza.

In base alla sua esperienza, in che modo l’AI può essere di aiuto nel contrastare gli effetti dettati dalla pandemia?

Beh, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Pensate a sistemi di tracciamento per tenere sotto controllo la diffusione del COVID, alla possibilità di gestire il numero delle persone presenti ad un evento, la possibilità di monitorare gli accessi a locali pubblici come supermercati, cinema e università.

E ancora, gestire in tempo reale i dati sulla saturazione dei reparti ospedalieri, l’approvvigionamento del materiale sanitario... e mi fermo qui. Insomma, non c’è limite all’efficientamento dei processi coinvolti per combattere questa e future pandemie.

Infine, guardando al lungo termine, può raccontarci la sua visione rispetto a quale sarà l’impatto dell’AI nella vita delle persone da qui ai prossimi 10 o 15 anni?

Già oggi l’intelligenza artificiale è presente nella nostra vita quotidiana: pensiamo agli smartphone, agli algoritmi dei social network, ai sistemi di automazione industriale di tutti i settori e via dicendo. Io mi aspetto che fra 10 anni, probabilmente, molte delle cose che oggi dobbiamo fare materialmente, come redigere una lista della spesa, guidare un camion o un'automobile, approvvigionarsi presso un supermercato o una farmacia e, in generale, tutte le attività ripetitive, potranno essere sostituite dall’intelligenza artificiale.