Il Tribunale di Brindisi, in data 15 maggio 2021, ha emesso sentenza di condanna nei confronti dell'ex Banca Apulia, oggi assorbita da Intesa Sanpaolo, per la vendita delle azioni Veneto Banca, con l'obbligo di risarcire un risparmiatore, rappresentato dall'Avvocato Emilio Graziuso.
Le azioni Veneto Banca
Un'altra sentenza di condanna a risarcire investitori ex clienti di Banca Apulia, reca il sigillo del Tribunale del capoluogo pugliese, che a firma della dottoressa Silvia Nastasia, dispone la risoluzione contrattuale di acquisto dei titoli azionari della ex Banca Apulia, l'odierna Intesa Sanpaolo, a vantaggio di un ex investitore che, agli inizi dell' agosto 2014, aveva acquistato come cliente di vecchia data della succitata banca, azioni Veneto Banca, indicatigli come investimenti privi di rischio per il proprio capitale.
In un momento successivo, a causa degli sviluppi conosciuti dalla cronaca nazionale, l'ignaro risparmiatore, come riferisce l'avvocato Graziuso che lo ha rappresentato in giudizio, ha potuto apprendere la portata e la gravità del rischio che tali investimenti portavano in dote, un volta acclarato, infatti, il totale azzeramento delle azioni acquistate. Sebbene siano intercorsi numerosi tentativi di conciliazione tra le parti, il consumatore, seguito dall'Avvocato Graziuso, ha avviato il processo che lo scorso 15 maggio 2021 ha prodotto la sentenza di condanna per la banca, accordando il risarcimento in favore del risparmiatore, con risoluzione del contratto di acquisto delle azioni Veneto Banca.
Il Tribunale brindisino ha, di fatto, ravvisato l'inottemperanza della banca, agli ineludibili obblighi di informazione previsti dalla vigente normativa del settore, a carico dell' istituto di credito intermediario, da ciò, ne è conseguita, quindi, la risoluzione del contratto e l'obbligo di risarcire il consumatore danneggiato pesantemente nei suoi interessi.
Danno quantificato in un importo pari all'intero ammontare del denaro investito. Secondo l'Avvocato Graziuso, più precisamente, le violazioni degli obblighi di informazione che gravavano sulla banca, hanno riguardato il non aver fornito delucidazioni esaustive ed analitiche circa la natura dell'investimento, i suoi elementi di rischio e in che modo poi le azioni sarebbero state smobilizzate.
Tutto questo atterrebbe alla fase delle trattative, precedenti la stipula contrattuale, momento in cui il risparmiatore, se informato a dovere, avrebbe potuto scegliere in maniera consapevole ed oculata, evitando di ritrovarsi in possesso di titoli azionari dal valore nullo.