Il Presidente del Consiglio Mario Draghi, il ministro dell'Istruzione Patrizio Bianchi e la ministra dell'Università e della Ricerca Maria Cristina Messa hanno annunciato, al termine della prima cabina di regia per dare il via al Pnrr, il calendario delle riforme richieste dall'Ue all'Italia per poter accedere alle risorse stabilite nel Recovery Fund e ne aggiungeranno di nuove al comparto della Scuola e della ricerca.

Ci saranno 17 miliardi di euro per la scuola e 6 per la ricerca

Il premier Mario Draghi rende noto il ruolino di marcia del Governo per dare inizio all'attuazione del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), esordendo proprio con uno degli apparati nevralgici su cui si fonda l'autorevolezza di una intera nazione: la scuola.

17 miliardi di euro saranno destinati a riformare la scuola, mentre altri 6 miliardi verranno utilizzati per potenziare e investire nella fondamentale attività di ricerca e nell'Università. Cosa auspicata recentemente anche dal fresco Premio Nobel per la fisica, Giorgio Parisi.

In un intervento condiviso, il premier Draghi, il Ministro della Pubblica Istruzione, Patrizio Bianchi e la Ministra per la Ricerca e l'Università, Maria Cristina Messa, hanno tenuto a specificare che sia i giovani che le donne rappresenteranno il futuro del Paese e per questo saranno al centro del piano di rilancio economico, lavorativo e di preparazione culturale e specialistica soprattutto.

Secondo quanto annunciato, verranno attuate sei riforme per il comparto scuola entro la fine del 2022 e riguardo al tema dell'edilizia scolastica, già entro fine novembre 2021, verranno presentati i bandi del valore complessivo di 5 miliardi da investire nella nascita di nuovi asili nido e scuole dell'infanzia, ma anche mense, palestre e nuovi edifici scolastici.

Di questi 5 miliardi, 3 saranno destinati al comparto nido e infanzia, con la possibilità per i vari Comuni, di aprire nuovi istituti e impiegando poi 400 milioni di euro per mense, investendo 300 milioni in palestre, 800 milioni per nuovi istituti scolastici e 500 milioni per il vitale pacchetto sicurezza. Inoltre 200 tecnici, specializzati, metteranno a disposizione delle varie scuole ed enti locali, le loro competenze professionali per guidare in modo consapevole, incisivo ed oculato le spese da sostenere grazie ai suddetti fondi.

La ricerca e il personale docente

La Ministra dell'Università e della Ricerca, ha reso noto che delle risorse stabilite per l'attività di ricerca ossia 6 miliardi di euro, 5 verranno impiegati per finanziare circa 60 progetti di largo respiro, valutandoli in base alla loro fattibilità, qualità e innovazione. Riservando grande spazio alle donne ricercatrici, con almeno il 40 % delle misure disposte per agevolarne l'attività professionale, cercando di colmare la disparità di genere, prestando attenzione anche a eliminare il divario territoriale tra nord e sud Italia per l'assegnazione ai vari centri di ricerca.

Ulteriori modifiche verranno apportate anche alle procedure di reclutamento del personale docente, per la formazione iniziale degli insegnanti e per l'aggiornamento continuo di quelli in servizio. I concorsi per entrare in ruolo, si annunciano come più snelli, garantendo lo studio della didattica fin dagli studi universitari per gli insegnanti di scuola superiore. Il percorso di riforme comincerà dalle scuole medie inferiori, snodo cruciale per contenere e ridurre la dispersione scolastica.