Il Consiglio dei ministri ha approvato la bozza del disegno di legge delega sulla riforma del fisco. La riforma prevede interventi in molteplici ambiti, dal riordino dell'Iva alla revisione delle Tasse sull'energia. Ma il dibattito più acceso riguarda la parte relativa alla riforma del catasto. Il premier Mario Draghi ha più volte rassicurato che la riformulazione dei criteri catastali non comporterà un aumento dell'imposizione fiscale. Ma ciò non è bastato a evitare la frattura all'interno del Cdm, con l'assenza dei ministri della Lega Nord al momento dell'approvazione della delega.

Cosa prevede la legge delega?

Oltre che a riformare il catasto, la legge delega impegna il governo a riordinare la struttura dell'Iva riorganizzando le aliquote in rapporto alla base imponibile, con l'obiettivo di contrastare l'evasione fiscale e semplificare la gestione dell'imposta armonizzandola con la normativa europea.

Un altro capitolo è la revisione delle tasse sull'energia, coerentemente con il Green Deal europeo, con l'obiettivo di contribuire a ridurre le emissioni di gas serra e promuovere la transizione verso fonti energetiche rinnovabili.

In merito all'Irpef, è prevista la sostituzione delle addizionali regionali e comunali con un'unica "sovraimposta" progressiva. Si prevede, inoltre, il graduale superamento dell'Irap garantendo comunque i fondi alla Sanità.

Il ministro dell'Economia Daniele Franco, infine, ha assicurato che il governo si impegna a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro, sottolineando che in Italia tale indicatore è superiore di cinque punti rispetto alla media Ue.

La riforma del catasto

Entrando più nello specifico della riforma del catasto, il provvedimento prevede la revisione della mappatura catastale e l'aggiornamento periodico di valori e rendite degli edifici, nonché il contrasto all'evasione relativa a immobili non censiti e abusivi.

La riforma partirà da gennaio 2026: fino ad allora, le case manterranno un valore a fini catastali diverso rispetto a quello di mercato.

Draghi ha rassicurato affermando che il suo governo non intende aumentare le tasse sulla casa, ma solamente accertare lo stato del patrimonio immobiliare. Il ministro Franco ha aggiunto che fra cinque anni, quando sarà disponibile la mappatura catastale completa, spetterà al governo di turno stabilire come utilizzare i dati raccolti.

Le reazioni politiche

Le dichiarazioni del presidente del Consiglio e del ministro dell'Economia vengono tacciate di ambiguità da diversi esponenti della Politica e non solo. Il primo a esprimere dubbi è il leader della Lega Matteo Salvini, secondo il quale la riforma del catasto nasconde il tentativo di introdurre una patrimoniale su un bene già tassato come la casa. Nonostante le rassicurazioni del premier, il segretario del Carroccio auspica che questa riforma (da lui stesso definita "assegno in bianco") possa essere scongiurata dal Parlamento.

Secondo i ministri di Forza Italia, al contrario, la riforma non nasconde alcuna ipotesi di tassazione. La ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini afferma che la riformulazione del catasto sarà a parità di gettito e gli italiani non pagheranno un euro in più di tasse.

Le fa eco la ministra per il Sud Mara Carfagna, per la quale, in un momento come questo, tassare la casa sarebbe quanto di più sbagliato si possa fare. Ancor più netto il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, secondo cui pensare che dietro la riforma si celi una patrimoniale sarebbe ridicolo. Lo stesso leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, fra l'altro, già a fine settembre si era espresso contro qualsiasi ipotesi di tassare la casa.

Anche il segretario del Pd Enrico Letta si dice fiducioso che le tasse non aumenteranno, dichiarandosi favorevole a una riforma che digitalizzi e renda più funzionale il catasto. Di tutt'altro avviso il leader del M5S e suo alleato Giuseppe Conte, che si dice contrario alla digitalizzazione se questa comporterà un aumento della tassazione.

Netta la posizione della presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, che bolla l'aggiornamento delle rendite catastali (con il conseguente aumento delle imposte che gravano sulla casa) come una "follia". Cauto invece il leader di Azione Carlo Calenda, secondo cui la riforma rischia di creare disuguaglianze.

L'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti parla di "suicidio politico", perché la casa rappresenterebbe il "Dna" e la "memoria storica" degli italiani. Infine Giorgio Spaziani Testa, presidente di Confedilizia, lancia un appello affinché il Parlamento inserisca almeno dei limiti alla libertà d'azione dell'Agenzia delle Entrate, in vista dell'entrata in vigore del provvedimento.