Esaurito il plafond della cessione dei crediti di imposta per l'anno 2021 relativo ai bonus edilizi e superbonus 110%, ai contribuenti non resta che scegliere la detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi oppure la cessione del credito di imposta a parenti o verso soggetti terzi. In difficoltà per la crisi di liquidità anche le imprese: la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (Cna) proprio nei giorni scorsi ha stimato il rischio di crack per più di 30mila piccole e medie imprese. Le speranze per contribuenti e operatori che fanno uso dei bonus e superbonus edilizi è quella di vedere, in tempi brevi, la ripresa di acquisto da parte degli istituti di credito.

Bonus e superbonus edilizi, sconto in fattura e cessione del credito in esaurimento: rimane la detrazione fiscale

Le difficoltà per imprese e contribuenti di far girare la "moneta fiscale" legata ai bonus e superbonus edilizi per l'esaurimento del plafond del 2021 stanno facendo virare i creditori verso la cessione del credito a parenti o a soggetti terzi. Ciò, in ogni caso, determina elevati costi a carico dei contribuenti con la conseguente riduzione del vantaggio legato al beneficio fiscale dei bonus. Piccole aperture arrivano dagli istituti di credito, come ad esempio, la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) che, all'inizio del 2022, aveva già sospeso l'acquisto dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi.

Chiusure che avevano ridotto anche l'applicabilità dello sconto in fattura che genera altro credito di imposta. Le attività della Cassa Depositi e Prestiti dovrebbero riprendere in tempi brevi, liberando i crediti fiscali delle altre banche o degli altri intermediari finanziari.

Superbonus, qual è l'attuale situazione di acquisto dei crediti di imposta delle banche?

In base a una ricognizione dell'acquisto dei crediti di imposta legati ai bonus edilizi e superbonus 110% effettuata da Italia Oggi, la situazione attuale è delineata dalla sospensione diretta da parte delle banche e di altri istituti finanziari nell'acquisto di 'moneta fiscale'.

La sospensione delle attività di acquisto del tax credit è determinata, da un lato, dall'attesa di nuovi interventi legislativi, dall'altro dal fatto che molte banche non stanno più comprando le quote residue dei crediti di imposta (non precedentemente oggetto di cessione) relative agli anni 2020 e 2021. Da questa situazione ne deriva che gli istituti bancari si stanno limitando ad acquistare solo crediti di imposta derivanti da interventi rientranti nei bonus edilizi e nel superbonus maturati nel corso del 2022.

Bonus edilizi, l'alternativa della detrazione fiscale diretta nella dichiarazione dei redditi 2022

Spiragli alla circolazione dei crediti di imposta derivanti dai bonus edilizi arrivano dalle modifiche attese in sede di conversione in legge del decreto del governo "Bollette" (decreto legge numero 17 del 2022).

In base al testo normativo, soprattutto le partite Iva e le società possono, per l'anno in corso, trasmettere all'Agenzia delle entrate le comunicazioni relative alla scelta dell'opzione di sconto in fattura o di credito di imposta fino al 15 ottobre 2022, dovendo poi presentare la dichiarazione dei redditi entro la fine di novembre prossimo. Pertanto, le imprese che hanno crediti di imposta hanno ancora quattro mesi di tempo per cedere i bonus ai soggetti titolari di partita Iva, opzione che non è percorribile dalle persone fisiche prive di partita Iva. Per questi soggetti, infatti, la possibilità di traferire i crediti di imposta maturati nel 2021 si è chiusa lo scorso 29 aprile e, pertanto, non rimane che ricorrere alla detrazione fiscale diretta dell'Irpef nella dichiarazione dei redditi.