Il governo potrebbe estendere ai precari della Scuola il bonus 200 euro. In particolare, a luglio potrebbero beneficiarne i docenti precari e il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) impiegato nella scuola con contratto in scadenza alla fine di giugno del 2022. È stato il Movimento 5 Stelle a presentare un emendamento al decreto legge "Aiuti" del 2 maggio scorso per allargare la platea dei beneficiari che avrà diritto al bonus 200 euro. Intanto, in attesa dell'uscita del decreto relativo ai professionisti e alle partite Iva, c'è l'ipotesi che l'indennità una tantum possa raddoppiare il suo importo.
Ciò potrebbe avvenire per i lavoratori autonomi che sono iscritti a due gestione previdenziali, ad esempio quella dell'Inps e quella delle Casse previdenziali.
Scuola, il bonus 200 euro anche dai docenti e Ata precari con contratto in scadenza a giugno 2022
La presentazione dell'emendamento del M5S per allargare la fruizione del bonus 200 euro anche ai docenti e al personale Ata precari si è reso necessaria per sanare una situazione di partenza che vedeva i lavoratori precari della scuola esclusi dall'indennità una tantum. Infatti, i docenti e i collaboratori Ata che hanno un contratto a tempo determinato in scadenza a giugno "percepiranno il sostegno al reddito, ma non il bonus perché il requisito è il sostegno al reddito su quel mese oppure la busta paga", scrivono i firmatari dell'emendamento Manuel Tuzi e Margherita Del Sesto, rispettivamente capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Commissione Cultura alla Camera e deputata dei Cinquestelle.
In altre parole, i precari della scuola rimarrebbero tagliati fuori dall'indennità una tantum in quanto a luglio non lo riceverebbero nella busta paga di un contratto ormai scaduto, ma non ne avrebbero diritto nemmeno in qualità percettori di indennità di Naspi, riservata ai disoccupati al 30 giugno 2022.
Partite Iva, spunta l'ipotesi del bonus 200 euro doppio in attesa del decreto del 17 giugno 2022
L'altra questione emersa negli ultimi giorni è quella relativa alla fruizione del bonus delle partite Iva e, in generale, dei lavoratori autonomi. La situazione che potrebbe venirsi a creare è quella di un'indennità raddoppiata per le partite Iva che hanno l'iscrizione a due gestioni previdenziali, ad esempio, la gestione Inps e una Cassa previdenziale in qualità di professionisti.
In tal caso però per i professionisti, al contrario delle altre categorie incluse nel bonus 200 euro come lavoratori dipendenti, percettori di Pensioni, disoccupati con Naspi e Dis Coll, lavoratori stagionali e domestici, la fruizione del sostegno del decreto "Aiuti" non sarebbe esentasse. In attesa del decreto che dovrà essere adottato per il pagamento del bonus 200 euro ai lavoratori autonomi e alle partite Iva entro 30 giorni dalla pubblicazione, ovvero entro il 17 giugno 2022, la normativa previdenziale arriva in soccorso dei professionisti per incrementare l'importo del bonus sul caro energia.
Partite Iva iscritte alla gestione Inps e Cassa previdenziale: perché il bonus 200 euro potrebbe raddoppiare?
L'articolo 33 del decreto "Aiuti", il provvedimento che ha istituito il bonus 200 euro, prevede che i lavoratori autonomi e i professionisti rientrino nel Fondo al sostegno del potere di acquisto, con dotazione di 500 milioni di euro. Dunque, il decreto "Aiuti", anziché stabilire delle regole per la fruizione dell'indennità come per le altre categorie lavorative e di percettori di pensioni e altre indennità a sostegno del reddito, demanda al decreto in uscita le modalità di pagamento dell'indennità alle partite Iva e ai lavoratori autonomi. Lo stesso articolo non esclude la doppia fruizione del bonus 200 euro per i lavoratori che sono iscritti in due gestioni previdenziali.
Ad esempio, l'agente di commercio iscritto all'Enasarco contemporaneamente aderente all'Inps come commerciante.
Bonus caro energia, in caso di doppia fruizione delle partite Iva indennità soggetta a tassazione Irpef
In siffatta situazione, nella quale rientra una nutrita platea di lavoratori autonomi e professionisti, il bonus potrebbe essere fruito per il doppio dell'importo da tutti i lavoratori autonomi o professionisti iscritti all'Inps e a una Cassa previdenziale di appartenenza e di assistenza, come prevedono i decreti legislativi numero 509 del 1994 e numero 103 del 1996. Al pari delle altre categorie lavorative, anche le partite Iva (sia nel caso di singola indennità che di bonus raddoppiato) non dovranno aver fruito di analoga indennità e non aver avuto nel 2021 un reddito superiore a un tetto che stabilirà il decreto in uscita al 17 giugno prossimo.
Tuttavia, i lavoratori autonomi che dovessero ottenere il doppio dell'indennità dovranno fare i conti con una tassazione che vedrebbe quanto percepito a titolo di sostegno per il caro energia entrare nel reddito imponibile ai fini delle imposte e dell'Irpef, diversamente da quanto avviene per le altre categorie lavorative e di percettori di indennità e pensioni ammesse al bonus.