Manca meno di un mese alla prima scadenza per le unifamiliari, ma ancora non c'è chiarezza sulla cessione dei crediti. Nonostante le ultime modifiche del decreto 'Semplificazioni', banche e intermediari sono sempre più restie ad acquistare ulteriori benefici fiscali del Superbonus 110. Perché c'è il rischio di non poter riscattare alcun credito. Chi ha cominciato ora i lavori e si ritrova col cantiere bloccato, se entro il 30 settembre non avrà provveduto a raggiungere il 30% dei lavori rischia di dover restituire il credito. Perciò molti istituti bancari hanno aumentato il costo dei prestiti, riducendo così il rimborso fiscale previsto.

Il superbonus 110 passa al 97%

Di norma il Superbonus 110 prevede un rimborso fiscale che copra tutte le spese, più un credito extra del 10%. Questo è possibile se non si ricorre alle banche o a intermediari finanziari. Altrimenti bisognerà fare ricorso alle opzioni dei bonus di cessione del credito o sconto in fattura. In questo caso la banca trattiene una parte di questo credito extra, come costo del prestito. Anche nel caso di una spesa di 100, pur richiedendo il Superbonus 110, il rimborso fiscale arriva a malapena 100.

La situazione peggiora se si ricorre al prestito ponte per anticipare le spese. In questo caso, il tasso dell'operazione diventa più alto. Come segnala Today, ad oggi il dato medio delle cessioni è dell'11,4%.

A conti fatti, per ogni 100 euro di spesa si ha come rimborso fiscale 97,46 euro, nonostante la percentuale sia del 110%. Lo stesso dato segnalato dall'Ance (Associazione Nazionale Costruttori Edili) Sicilia: molte banche hanno provveduto a svalutare i nuovi crediti "perché ancora non sanno bene come e a chi cederli". Così facendo, "su ogni 110 euro ne pagano 97 e anche meno, contro i 100-103 di poco tempo fa".

Il nodo della scadenza per le unifamiliari

A breve le unifamiliari andranno incontro alla prima scadenza del Superbonus 110%. Entro il 30 settembre 2022 tutti gli immobili fino a due unità abitative dovranno aver completato almeno il 30% dei lavori. Una situazione completamente diversa per i condomini, che dovranno completare il 60% dei lavori entro il 30 giugno 2023.

Nel caso in cui non si riesca a raggiungere tale quota entro fine mese, il beneficiario dovrà restituire le somme ricevute con l’aggiunta di sanzioni. A questo si aggiunge anche il rischio di ritrovarsi nell'impossibilità di cedere il credito, dal momento che le banche stesse hanno sempre più difficoltà a smaltire tutti i crediti risultati inesigibili, nonostante la novità del Decreto 'Semplificazioni' di poterli cedere anche alle partite Iva.

Maggiori controlli per le pratiche Superbonus 110

A rallentare le attività di gestione e controllo delle nuove istruttorie per il Superbonus 110% ci sono anche gli adempimenti elencati dalla circolare 23/E dell'Agenzia delle Entrate, pubblicata il 23 giugno.

L'AdE richiede a tutte le istituzioni finanziarie "un’elevata diligenza professionale", per evitare di finire coinvolti in eventuali illeciti. Pertanto l'Abi (Associazione Bancaria Italiane) ha chiesto la massima prudenza, soprattutto nei casi di incertezza interpretativa.

Vari sono gli aspetti che possono essere difficili da interpretare, in sede di cessione del credito, come quando sussiste incoerenza patrimoniale tra il valore dei lavori e la situazione reddituale dei beneficiari, oppure tra l'importo delle opere e il valore dell'immobile. Tutte situazioni che, se interpretate in maniera troppo restrittiva, potrebbero bloccare altri cantieri.