Negli ultimi giorni il prezzo del gas è salito arrivando a oltre i 300 euro per MWh. A tal proposito il presidente di Mittel Spa (società finanziaria di investimento orientata alle imprese italiane), Marco Colacicco, parla di un "lockdown energetico", che porterà molte aziende a delle drastiche decisioni, in attesa di individuare la soluzione più efficace per contrastare il caro bollette.

Intanto, stando alle stime di Confcommercio-Imprese, oltre 120mila imprese rischiererebbero di chiudere.

Colacicco: 'Tsunami gigantesco sull'economia europea'

Stando a quanto dichiarato da Colacicco di Mittel in una recente intervista per il Sole24Ore, a causa dell'aumento irresistibile del prezzo del gas, l'Italia sta vivendo una sorta di "lockdown energetico di interi settori".

Non potendo sostenere le nuove bollette del gas e molte aziende hanno preferito ridurre la produzione.

All'inizio la prospettiva era quella di avere un'estate serena, dice Colacicco, e di ritrovarsi a inizi settembre con un prezzo del gas decisamente più basso. Invece, a fine agosto, il prezzo del gas ha raggiunto il massimo storico, andando sopra i 300 euro al Megawattora, "13 volte il costo storico, quasi 10 al netto del contributo statale". Praticamente sull'economia europea "si è abbattuto uno tsunami gigantesco".

Imprese a un bivio

Se il prezzo non comincia ad abbassarsi in autunno molte aziende rischiano di ritrovarsi con un'incidenza del solo gas tra il 20% e il 40% sul proprio fatturato.

Secondo Colacicco di Mittel: "Un imprenditore può prendere due decisioni alternative, entrambe destinate a determinare effetti negativi. La prima: fermare l’attività. È purtroppo ragionevole attendersi che questa drastica decisione maturi in un numero crescente di imprenditori nel corso della prossima settimana. Le conseguenze in termini di occupazione [...] sono facilmente immaginabili.

La seconda: continuare ad alzare i prezzi, generando nuova e rilevante inflazione in una spirale perversa".

La Confcommercio-Imprese stima che, a causa del caro bollette, "in Italia saranno a rischio circa 120 mila imprese di lavoro del settore terziario e 370 mila posti di lavoro". A essere più esposti sono al momento il commercio al dettaglio, la media e grande distribuzione alimentare, la ristorazione e gli alberghi.

Ma si teme che in futuro ne risentiranno liberi professionisti, agenzie di viaggio, attività artistiche e sportive e i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell'abbigliamento.

Quali soluzioni per contrastare il caro bollette

Al momento la soluzione più pratica per contrastare il caro bollette sarebbe quella di "incrementare ulteriormente i sussidi pubblici", dice Colacicco. Ma ciò inciderebbe notevolmente sulle finanze pubbliche, generando ulteriore debito.

Secondo il presidente di Mittel, un buon passo in avanti nella ricerca di una soluzione definitiva sarebbe quello di "[prendere] coscienza del gigantesco arbitraggio [...] con le imprese dei nostri partner strategici.", dal momento che, "[...] Il costo della gestione politica della vicenda russo-ucraina è ricaduto [...] sulle aziende europee". Sempre secondo Colacicco, la questione "[è] diventata l’urgente priorità dell’Europa unita: non è risolvibile a livello dei singoli governi".