Con il blocco delle cessioni dei crediti d'imposta dei bonus edilizi e, in particolare, del superbonus 110%, il governo presieduto da Giorgia Meloni è alla ricerca di una soluzione per far ripartire la compravendita delle detrazioni fiscale per chi ha effettuato interventi agevolati su condomini e villette. In particolare, se il nuovo decreto Aiuti-quater ha già fissato la riduzione delle percentuali di detrazione fiscale del superbonus 110% al 90% nel 2023 - fino ad arrivare al 65% negli anni successivi - l'attuale situazione di difficoltà delle banche e degli operatori di affari e finanza è concentrata su come liberare capienza fiscale per rimettere in moto l'acquisto dei crediti d'imposta da parte degli istituti bancari.
Non è una soluzione facile da trovare, dal momento che i numeri descrivono un quantitativo di crediti e di bonus scambiati che già ha impegnato 77 miliardi di euro rispetto agli 81,2 miliardi di capienza massima fiscale di assorbimento del sistema economico italiano. Una proposta arriva dall'Ance, l'Associazione nazionale dei costruttori, e dall'Abi - l'Associazione bancaria italiana - e consiste nel far circolare nuovamente il credito dei bonus edilizi coinvolgendo direttamente i contribuenti.
Bonus e superbonus 110%, ecco quali novità si attendono per lo sblocco dei crediti delle banche
Ad oggi, il blocco dei crediti d'imposta derivanti dagli interventi dei bonus edilizi, e soprattutto del superbonus 110%, è legato principalmente all'esaurimento della capienza fiscale delle banche, più che ai meccanismi e al cambiamento delle regole relativi ai lavori in condomini e villette unifamiliari e bifamiliari.
Soprattutto le banche, dunque, quali principali compratori dei bonus e dei crediti d'imposta, hanno esaurito da tempo il plafond di acquisto dal momento che la misura fiscale era stata ideata per assorbire all'anno circa 16,2 miliardi di euro di imposta. Nella rilevazione di settembre della commissione parlamentare istituita per fornire delle soluzioni al problema del superbonus 110%, i numeri relativi alla cessione dei crediti d'imposta alle banche indicavano 77 miliardi di euro, di poco inferiore agli 81,2 miliardi di euro che costituiscono il limite massimo di assorbimento del sistema economico italiano.
Il plafond è andato esaurito in un numero di anni inferiore rispetto a quello atteso.
Superbonus, la proposta per lo sblocco dei bonus e dei crediti di fine 2022
Il che corrisponde a dire che, anche in presenza di condizioni favorevoli per l'acquisto dei crediti d'imposta sui bonus e superbonus edilizi, le banche hanno esaurito la propria capienza fiscale e, quindi, le possibilità di acquisto dei crediti stessi - anche derivanti dallo sconto in fattura - non potendo poi rivenderli.
Da queste conclusioni, la novità è che il governo Meloni sta studiando una soluzione sulla base della proposta presentata dall'Ance e dall'Abi che consisterebbe nell'allargare la capacità fiscale di acquisto dei bonus delle banche mediante il coinvolgimento dei contribuenti. Le banche, più dettagliatamente, potrebbero acquistare crediti d'imposta legati ai bonus e superbonus edilizi e scaricare il beneficio fiscale sui propri clienti che si presentano ai propri sportelli con i modelli F24 per il pagamento di tasse e imposte. In altre parole, il meccanismo consentirebbe alle banche di prendere le pratiche dei propri clienti e procedere al pagamento delle imposte mediante i crediti d'imposta nel frattempo acquistati dagli istituti mediante le operazioni di compravendita dei bonus edilizi.