Per la serie BlastingTalks intervistiamo Floriana Calabrese, founder di Tuorlo Rosso. Il blog (www.tuorlorosso.it) rappresenta un punto di riferimento per il settore del cooking, con particolare riferimento alle ricette provenienti dalla Regione Sicilia e alle loro evoluzioni in chiave moderna.

Blasting Talks è una serie d'interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali.

Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks.

Floriana, partiamo dall’idea alla base del suo progetto: può raccontarci come ha trasformato una passione personale in una iniziativa imprenditoriale?

Tuorlo Rosso nasce come sfida personale in un momento di crisi. Durante la pandemia Covid-19, infatti, l’azienda in cui lavoravo sia io che mio marito è stata costretta a licenziarci. Una situazione un po’ difficile da affrontare, soprattutto quando hai due figli. Non potevamo arrenderci e ci siamo detti “perché non proviamo a creare un progetto tutto nostro?”.

In fondo, durante gli ultimi anni di lavoro avevamo acquisito delle competenze come content creator e social media manager che unite alla mia passione per la cucina avrebbero potuto costituire le basi di un lavoro.

Abbiamo studiato e lavorato notte e giorno nei primi tempi, ci abbiamo creduto e oggi, finalmente, possiamo raccontare la nostra stori, che per noi è già un grande successo.

L’imprenditoria digitale è stata un’ancora di salvezza: oggi faccio un lavoro che amo e posso gestire le mie giornate in libertà. Ma ci sono anche tante responsabilità.

Quali sono i suoi punti di riferimento in ambito culinario e come nascono le sue ricette?

Il mio grande punto di riferimento è senza alcun dubbio la mia mamma. Quando ero piccola trascorrevo interi pomeriggi a osservarla mentre impastava, preparava torte e biscotti o manicaretti per la cena. Porto nel cuore i suoi insegnamenti e l’esperienza fatta nella sua cucina: né lei né io abbiamo mai fatto corsi di cucina.

Le mie ricette sono, dunque, frutto della tradizione della mia terra, la Sicilia, nella versione della mia famiglia che nella maggior parte dei casi è quella che si accosta di più alla versione originale. Mi piace, però, anche sperimentare, giocare con le varianti e provare piatti nuovi ma anche ricette della cucina italiana, soprattutto dopo averne visitato il territorio.

Lei è molto presente anche sui social: qual è il segreto per entrare in empatia con il pubblico?

I social network sono stati fondamentali per la possibilità di monetizzare i contenuti che realizzavo. Credo, però, che si debba puntare più a dare che a ricevere, trovare il giusto compromesso fra la sostenibilità economica del progetto e la qualità del “servizio” offerto: ho fin da subito pensato alle esigenze dei miei follower e mi sono chiesta quali fossero le loro difficoltà durante l’esecuzione di un piatto.

Quindi come ha sviluppato il suo progetto?

Ho iniziato a realizzare dei video tenendo conto del loro punto di vista, con focus sulle mie mani, con spiegazioni in voice-over, rispondendo sempre ai commenti per chiarire dubbi e richieste particolari. Inoltre, propongo solo ricette che ho collaudato personalmente e che gli utenti possono trovare anche su tuorlorosso.it. Oggi si parla tanto di user experience: è proprio questo il punto fermo da cui partire quando si vuole intraprendere un percorso lavorativo di questo tipo. Bisogna chiedersi: “quale utente potrebbe essere attratto dai miei contenuti?, cosa si aspetta? come posso aiutarlo nella vita di tutti i giorni? Perché dovrebbe scegliere di seguire me e non un altro?”

Ci può raccontare quali sono state le principali difficoltà che ha incontrato nello sviluppo del portale?

Tempo e denaro sono stati i principali nemici. Partivo dal nulla, in ogni senso: budget zero e pochissimo tempo per realizzare tantissimi contenuti. Come dicevo all’inizio, questo lavoro nasce come una scommessa ma non potevamo di certo permetterci di commissionare un sito web, soprattutto dopo aver perso il lavoro. Per fortuna, oggi esistono tanti tutorial e soluzioni che, studiando anche la notte, ci hanno permesso di mettere online da autodidatta il nostro portale. Da lì poi la corsa alla creazione dei contenuti. Molti sottovalutano il mestiere del content creator ma dietro un video finito di 3-5 minuti circa ci sono almeno 12 ore di lavoro fra ideazione, produzione, fotografia, post produzione e inserimento ricetta sul sito.

Nel giro di 2 mesi, però eravamo pronti e da quel giorno sono ormai trascorsi 2 anni. Le difficoltà non sono state poche, a volte abbiamo anche pensato di fermarci, ma alla fine la nostra tenacia è stata ripagata.

In che modo è cambiato il settore e come sta ripensando le ricette dopo l’avvento del caro energia e l’inflazione sui beni di prima necessità?

Il mondo del food è un settore in continua evoluzione e trasformazione. Basti pensare alle fasi iniziali del Covid-19 in cui tutti hanno iniziato a impastare pasta, pane e pizza in casa. Oggi, invece, la gente vuole consigli su come preparare ricette senza accendere il forno, ricette veloci senza molte preparazioni di base e su come ottimizzare gli alimenti presenti in dispensa o in frigo: via libera dunque a biscotti senza cottura, torte in padella, primi veloci e idee di riciclo per non sprecare nulla.

Però ci sono dei punti fermi che non vanno mai toccati, cose a cui gli italiani sono molto legati: puoi risparmiare su tutto ma la pasta si cuoce a fiamma accesa.

Guardando al futuro, su quali progetti di sviluppo state lavorando e quali nuove iniziative avete in programma?

Stiamo lavorando al libro di ricette. In realtà, non ci avevamo mai pensato. Ma sono stati i miei follower a chiederlo con insistenza e passione. Si tratta di un’altra importante scommessa che spero di poter annunciare in via ufficiale nel giro di qualche mese.

Penso che il 2023 sarà dedicato interamente al libro e alla sua promozione, mi piace fare un passo alla volta per poter rimanere la Floriana che tutti hanno imparato a conoscere e voler bene negli ultimi due anni.

Dietro la risposta a ogni commento ci sono sempre io, non ho mai voluto delegare questa attività a nessuno, ma gestire oltre 600 mila persone richiede parecchio tempo. Ma come si suol dire, chi va piano, va lontano.

Leggi anche le altre interviste di Blasting Talks: