Per la serie BlastingTalks intervistiamo Giulia Cavallini, project leader di Crispy Studio e head of marketing di Chef in Camicia. Appassionata di comunicazione fin dall’università, Giulia è esperta di social media e content marketing.

Chef in Camicia è un canale media nato con l’obiettivo di raccontare il mondo del food per rendere l'arte della cucina più inclusiva e accessibile. Crispy Studio è un progetto creativo che punta a tirare fuori il carattere e la personalità dei brand di settore, per offrire loro un modo rivoluzionario di esprimersi online e onfield.

Blasting Talks è una serie d'interviste esclusive con business e opinion leader nazionali e internazionali per capire come la pandemia di coronavirus abbia accelerato il processo di digitalizzazione e come le aziende stiano rispondendo a questi cambiamenti epocali. Leggi le altre interviste della serie sul canale BlastingTalks.

Giulia, la sua storia professionale si lega a due progetti: Crispy Studio e Chef in Camicia. Puoi raccontarci brevemente qualcosa su entrambi?

Sono entrata in Chef in Camicia nel dicembre 2020 come Social Media Manager. Adesso mi occupo di quella che è l’editorialità unbranded, collaborazioni con content creators esterni e hot moment campaigns. Inoltre collaboro, insieme al mio team, alle proposte commerciali che i sales presentano ai potenziali partner, per cercare d'inserire i brand nel nostro palinsesto nel modo più spontaneo e naturale possibile.

Ed al momento su cosa state lavorando?

Durante quest’anno ci siamo interfacciati anche con altri media, per raccontare il mondo del food a 360° e al momento sto lavorando alla nuova linea comunicativa di Chef in Camicia, che diventerà una vera e propria testata informativa, oltre che al famoso canale di ricette.

A giugno 2022 è nata l’idea di Crispy, che era già latente in Chef in Camicia.

Abbiamo, quindi, deciso insieme al nostro CEO, Nicolò Zambello, di “spin-offarla” e far diventare l’agenzia creativa una unit a sé stante. È stata una vera e propria sfida, ma il team Crispy ama mettersi in gioco: abbiamo lavorato al lancio, che è avvenuto lo scorso 11 ottobre e devo dire che abbiamo riscontrato un sentiment davvero positivo da parte dei potenziali partner e nel giro di una settimana abbiamo raccolto 16 brief!

Nello specifico di cosa vi occupate in Crispy?

Personalmente in Crispy, mi occupo di coordinare tutto il team (art, copywriting, performance marketing e social media) con lo scopo di raggiungere gli obiettivi dei nostri clienti e trasformarli in love brand per i loro consumatori. Di cosa ci occupiamo? Campagne creative, le cosiddette Hot Moment Campaign, gestione dei social media con una solida componente di performance marketing e produzione di contenuti.

Quali strategie avete seguito per costruire la relazione con i vostri lettori e follower?

Il 2022 per Chef in Camicia è stato un anno di cambiamento e transizione verso quella che sarà la direzione che prenderemo nel 2023: ci siamo concentrati sui nostri followers e abbiamo cercato di farli sentire vivamente parte del nostro ecosistema.

Per questo motivo, oltre a video ricette gustose e facilmente replicabili da casa (che è stato il nostro mantra dagli albori), abbiamo cominciato a trattare il food a 360° grazie alle collaborazioni con diversi media, appartenenti al mondo dello sport, economia e informazione. Dal 2023 ingloberemo tutto questo, diventando una vera e propria testata editoriale.

Nella presentazione del progetto Crispy Studio parlate di effetto wow: di cosa si tratta e come perseguite questo obiettivo?

La nostra missione è quella di restituire ai brand la loro personalità, che è un insieme di strategia, creatività e visione raccolte in diversi canali fisici e digitali. L'effetto WOW si trova quindi nelle idee che veicolano la personalità dei brand, e che studiamo in modo sartoriale sulla base di obiettivi, target e know-how.

Wow è quella espressione che pronunciamo quando qualcosa ci stupisce perché è fuori dal nostro ordinario. Oggi i brand hanno bisogno di essere stra-ordinari, perciò c'è Crispy.

Quali sono le principali difficoltà che vi trovate ad affrontare nel settore della comunicazione digitale del food? In che modo è cambiato il comparto dopo l’avvento del caro energia e l’inflazione sui beni di prima necessità?

Sicuramente abbiamo notato una tendenza verso un consumo sempre più consapevole, attento alla sostenibilità ambientale e soprattutto al portafogli: per questo cerchiamo di condividere con la community contenuti che siano di valore e che possano dare loro spunti nel quotidiano.

La lotta allo spreco alimentare è un tema ormai costante su profili e pagine che si occupano di food, ma anche sulla televisione generalista: si tratta di “greenwashing” o è effettivamente un tema sentito?

Penso che sia un tema molto sentito in generale, ma molto spesso viene “comunicato male” apparendo come greenwashing. La nostra, in Chef in Camicia, è una missione contro il food waste che parte dall’interno fino a sfociare nei contenuti pubblicati sui social media ed è costante e continua, non si riduce a un’occasione durante l’anno. Ad esempio, tanti dei prodotti immacolati che non usiamo per i nostri shooting, vengono donati in beneficenza, mentre quelli aperti o facilmente deperibili vengono cucinati nell’immediato dalla nostra Chef Cristina per i pranzi in ufficio. Anche negli stessi contenuti che pubblichiamo, cerchiamo di trasmettere questo messaggio, magari raccontando alle persone come possono usare gli scarti di una ricetta o come realizzare dei piatti fantastici con ingredienti di recupero.

Qualità o quantità: cosa conta davvero oggi per un influencer o per chi si occupa di social media marketing? In che modo cambierà la professione nei prossimi anni?

La qualità paga sempre: magari non nell’immediato, ma sicuramente sul lungo periodo è qualcosa che ti farà emergere dal marasma comunicativo in cui ci stiamo trovando. Lo stiamo vivendo sulla nostra pelle ed è il motivo che ci ha spinti a fare un ulteriore salto sul livello editoriale. Quello che cambierà (e questo processo è già in parte iniziato) è il fatto che le persone seguiranno sempre meno media, ma con i quali riescono ad instaurare un dialogo: per questo l’ascolto attivo dei propri utenti diventerà essenziale, insieme ad approccio strategico di comunicazione che vede ogni social come un ecosistema a sé stante, fatto di persone diverse, formati diversi e utilizzi altrettanto diversi.

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