Sono in arrivo novità sui bonus edilizi, in particolare sulla cessione del credito mediante compensazione con F24 - o, in alternativa, sul rimando di un anno delle quote dei crediti che gli operatori di Affari e Finanza non riescano a utilizzare in compensazione - e il rinvio del superbonus 110% al 31 dicembre 2022. Quest'ultima proposta, che il governo guidato da Giorgia Meloni sta vagliando, consentirebbe di presentare l'asseverazione della Cilas di inizio dei lavori entro la fine dell'anno, ma non ci sarebbero i tempi necessari affinché del rinvio (e dunque all'opportunità di sfruttare ancora il 110% di sconto in fattura, di cessione dei crediti o di detrazione fiscale) possano beneficiarne anche i condomini.

Superbonus, rinvio al 31 dicembre 2022: 110% di cessione crediti, sconto in fattura e detrazione fiscale escluso ai condomini

Il rinvio della scadenza per la presentazione della Cilas per beneficiare dei bonus edilizi al 110% è una delle ipotesi che maggiormente si sta facendo strada per andare incontro agli operatori che vogliano effettuare lavori con il massimo del beneficio fiscale. Si tratterebbe di una mini-proroga della scadenza che, ad oggi, è fissata allo scorso 25 novembre per ottemperare all'asseverazione richiesta per l'inizio dei lavori, secondo quanto prevede il decreto "Aiuti-quater". I parlamentari sono compatti nella richiesta ma l'ultima parola spetterà al ministero dell'Economia.

L'emendamento che permetterebbe lo spostamento della scadenza del superbonus al 31 dicembre 2022 comporterebbe un costo di meno di 200 milioni di euro per i prossimi anni, fino al 2027. Tuttavia, le stime sulla spesa sono state effettuate escludendo dal 110% del superbonus i condomini, operatori che si vedrebbero abbassare al 90% lo sconto in fattura, la cessione dei crediti o l'agevolazione fiscale nel 2023.

In altre parole, la nuova scadenza non andrebbe a includere le delibere condominiali che farebbero lievitare i costi a circa 300 milioni di euro per i prossimi anni. In questa settimana dovrebbe arrivare la decisione definitiva sul rinvio della scadenza del superbonus 110%.

Bonus edilizi, sblocco plafond per la cessione crediti: le ultime novità in discussione al governo Meloni

Tema caldo sui bonus edilizi e sullo stesso superbonus 110% rimane quello della cessione dei crediti, dal momento che le banche hanno terminato il plafond di spesa per poter acquistare nuovi bonus. Sulla possibilità che gli operatori di affari e finanza possano nuovamente vendere i bonus che attualmente hanno fermi nei cassetti, ci sono due ipotetiche novità. La prima poggia sulla proposta presentata nelle scorse settimane dall'Associazione nazionale dei costruttori edili (Ance) e dall'Associazione bancaria italiana (Abi) e consiste nel liberare lo spazio fiscale delle banche mediante riversamento dei crediti ai soggetti che si presenterebbero allo sportello per il pagamento dei tributi mediante modello F24.

L'operazione avrebbe il limite dell'1% dei versamenti fiscali e contributivi effettuati dai propri clienti: è proprio su questa percentuale che il governo di Meloni potrebbe incontrare le maggiori resistenze.

Sblocco cessione crediti bonus e superbonus: l'ipotesi di rimandare di un anno le quote non utilizzate

Infatti, nell'adozione del provvedimento sullo sblocco delle cessioni dei crediti d'imposta dei bonus e superbonus edilizi, i vincoli sono posti dalle regole dell'Eurostat che classificherebbero il meccanismo di sblocco del plafond delle banche ai fini della compravendita dei crediti come nuovo debito pubblico. L'alternativa a questa ipotesi è quella di far slittare di un anno le quote dei crediti di imposta dei bonus edilizi all'anno successivo.

Si tratterebbe dei crediti che attualmente sono rimasti incagliati, ovvero i benefici fiscali che le imprese e le banche non riescono a usare in compensazione per il limite della capienza fiscale. Anche in questa seconda ipotesi, lo scoglio da superare è la classificazione come debito pubblico dell'Eurostat.