La Grecia minaccia di sequestrare tutti i beni tedeschi presenti sul proprio territorio se la Germania non sborserà un risarcimento per i danni nazisti. Il governo a guida di Alexis Tsipras è pronto a dissotterrare l'ascia da guerra contro la Germania ritirando fuori l'annosa questione del risarcimento dei danni causate dalle armate naziste durante la seconda guerra mondiale. Secondo il premier "la Germania" userebbe "tutti i trucchi legali possibili per non onorare i suoi debiti" causati nella prima metà del Novecento.

Risarcire la strage di Distomo 

Non si tratta della prima volta che la Grecia tira fuori l'argomento. L'ultima volta fu nel 2000, proprio alla vigilia dell'accordo sull'ingresso della Grecia nell'Euro l'allora ministro della Giustizia aveva firmato un decreto immediato per mettere mano sui beni tedeschi in Grecia. Al tempo si parlava di quasi 28 milioni di euro per risarcire le famiglie dell'eccidio di Distomo, quando le truppe tedesche truciarono barbaramente 218 greci tra cui diversi bambini. Era il 10 giugno 1944.

"Debito ripagato" 

Fu l'Alta Corte del Partenone a decretare la somma, e il governo si adoperò per avviare il sequestro dei beni tedeschi in Grecia. Poi arrivò l'ok della Germania all'adesione della Grecia nell'area euro e ci fu una sorta di inversione di marcia.

Oggi la nuova richiesta di risarcimento, che secondo alcune stime si aggirerebbe sui 162 miliardi di euro. Tra i beni a disposizione della Grecia c'è il Goethe Institut di Atene e di Salonicco e l'edificio di una scuola tedesca della capitale. Dal suo canto la Germania crede di aver saldato il suo debito con i greci con i circa 59 milioni di euro pagati nel 1960.

E' stato lo stesso portavoce della cancelliera tedesca Angela Merkel a ribadire la necessità di "concentrarsi su questioni più attuali" perchè queste questioni sono state "politicamente e legalmente risolte".

Governo pronto al decreto attuativo 

Fatto sta che il ministro della Giustizia Nikos Paraskevopoulos si è dichiarato pronto a firmare il decreto dell'Alta Corte e avviare l'espoprio.

Una minaccia che pende come una spada di Damocle sull'asse Atene-Berlino. In questo periodo, si sa, la Grecia è ai ferri corti con l'Eurogruppo, che la scorsa domenica ha bocciato come incompleta la lista dei provvedimenti varati dal ministro dell'economia greco Yannis Varoufakis per posticipare alcune rate dei debiti greci e per sbloccare qualche nuovo aiuto. Tra i maggiori colpevoli di questo insuccesso ci sarebbe proprio la Germania, che secondo Tsipras avrebbe costruito un asse anti-Grecia assieme al governo spagnolo e quello portoghese.

Tsipras pronto ad azioni estreme 

Questa situazione di emergenza di liquidità sta spingendo Tsipras ad azioni estreme. Solo ieri si ventilava un prossimo referendum sulla Grexit, ossia l'uscita della Grecia dall'euro.

Ipotesi poi smentita. Altra ipotesi che da tempo aleggia all'ombra del Partenone è quella di utilizzare i 550 milioni inutilizzati per la ricapitalizzazione delle banche greche. Questa ipotesi, in caso fosse presa in autonomia da Tsipras porterebbe dritti dritti alla rottura del patto sulla posticipazione del debito. Molto probabilmente tutta la questione sarà varata dal Brussels group, (Bce, Fmi, Ue e i fondi salva stati Esm Efsf) che di fatto sostituisce la Troika nel commissariamento greco. Saranno solo minacce quelle di Tsipras?