Sarà un referendum decisivo per le sorti della Grecia e dell'Euro quello che si tiene oggi 5 luglio 2015. Gli occhi di tutto il mondo saranno puntati su Atene dalle 18:00, per sapere il risultato di una consultazione elettorale che è diventata cruciale per il futuro del paese ellenico, che ormai da una settimana fa i conti con gli effetti di una crisi profonda. Le banche sono chiuse come la Borsa, i bancomat, almeno quelli che ancora funzionano, possono erogare un massimo di 60 euro al giorno, ma in molti di questi sono finite le banconote da 20 euro, per cui si possono ritirare solo 50 euro.

La gente si reca nei supermercati a fare scorte, e le medicine cominciano a scarseggiare.

Favorevoli al SI

In un paese spaccato a metà, è evidente che il risultato del voto avrà inevitabilmente delle grosse conseguenze politiche. A favore del SI all'accordo con i partner internazionali, ci sono i partiti che hanno governato fino al gennaio scorso, quando Tsipras vinse le elezioni. L'ex premier Samaras leader di Nea Demokratia, si è appellato ai greci affinchè diano un voto a favore dell'Europa, la stessa cosa hanno fatto i socialisti del Pasok e i centristi di To Potami. Favorevoli al SI, anche se non avranno diritto di voto, i leader europei; Angela Merkel, Matteo Renzi, Francois Hollande, Jean Claude Junker e molti altri non hanno mancato di far sentire la loro voce, pur criticando l'istituzione del referendum, e hanno fatto chiaramente capire che, con la vittoria del NO, non si troverà nessun accordo.

Sostenitori del NO

A sostenere il NO nella consultazione odierna, sarà Syriza il partito del primo ministro Alexis Tsipras, che in questo voto si gioca anche la poltrona. Dalla sua parte anche il partito dei Greci Indipendenti, formazione nazionalista il cui leader Panos Kammenos ricopre il ruolo di ministro della difesa all'interno del governo.

Tra i partiti di opposizione indicazione di voto per il NO, anche dall'estrema destra di Alba Dorata e dai Comunisti del KKE.

Previsioni sul risultato finale

Saranno gli indecisi a far pendere l'ago della bilancia verso il SI o verso il NO. Al momento secondo i sondaggi rappresentano tra il 12 e il 15% dell'elettorato, mentre le due fazioni in lotta sono date quasi in parità intorno al 44%, che a seconda degli istituti vira lievemente verso uno dei due blocchi. Se invece si tenesse conto dei risultati delle elezioni dello scorso gennaio, e gli elettori confermassero la scelta il NO vincerebbe con il 52,5% dei consensi.