A poco meno di 48 ore dal referendum di domenica, tutto il mondo ha gli occhi puntati su Atene per sapere come il popolo greco deciderà in merito all'accordo da raggiungere in sede europea per tentare di salvare il paese dalla bancarotta. Dopo il mancato pagamento della rata da 1,5 miliardi di Euro al Fondo Monetario Internazionale, il default del paese sembra essere sempre più vicino anche perché non si è trovato un accordo per un piano di salvataggio e le conseguenze le stanno pagando i cittadini greci. Già da lunedi 29 giugno gli istituti di credito e la Borsa di Atene sono chiusi, nei bancomat, per quelli ancora attivi, si possono prelevare un massimo di 60 Euro e i pensionati fanno la fila davanti alle banche per ritirare 120 Euro alla settimana della loro pensione.
Trattative chiuse fino al referendum
Sul punto del referendum i governi europei hanno isolato Tsipras, dichiarando ai quattro venti che il referendum è un errore, ma poi non hanno mancato di far sentire la loro voce in favore del SI, cercando di influenzare l'andamento della campagna elettorale. In sostanza come dichiarato dalla cancelliera Angela Merkel, una vittoria del NO chiuderebbe definitivamente le porte a qualsiasi tipo di accordo lasciando la Grecia nel caos politico e sociale.
Possibili ripercussioni della vittoria del SI
Una eventuale vittoria del SI al referendum non avrebbe delle ripercussioni solo sulla possibilità di raggiungere un accordo, ma soprattutto sulla sopravvivenza del governo greco.
Il ministro delle finanze Varoufakis ha pubblicamente dichiarato che lascerà il suo incarico in caso di vittoria del SI al Referendum, ma potrebbe sfaldarsi anche Syriza, il principale partito di governo attualmente diviso al suo interno.
Sondaggi contrastanti
Se domina l'incertezza sulle conseguenze di un default, l'incertezza regna anche sui sondaggi della vigilia che risultano essere contrastanti.
Secondo il quotidiano greco Kathimerini, Il SI sarebbe lievemente in vantaggio intorno al 47% con i NO al 43%, anche se poi è arrivata la smentita da parte dello stesso quotidiano, mentre altri sondaggi danno in vantaggio il NO. Insomma bisognerà attendere la serata di domenica per conoscere, forse, il futuro della Grecia.
Spunta anche il ricorso contro il referendum
A complicare ulteriormente le cose, nelle ultime ore è saltato fuori anche un ricorso contro il referendum indetto da Tsipras. A fare la richiesta due cittadini, uno dei quali è un ex consigliere del Consiglio di Stato vicino ai conservatori di Nea Demokratia, che rileverebbero delle parti incostituzionali nel quesito referendario sulle questioni riguardanti le finanze pubbliche. Entro oggi si attende la decisione su cui il partito di Tsipras avrebbe presentato un controricorso.