L'eclatante sentenza dell'Alta Corte di Londra ha scatenato la reazione del governo conservatore di Theresa May che credeva di poter condurre di proprio pugno l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea, mentre dovrà chiedere il consenso di un parlamento tutt'altro che favorevole al Leave. Possibile marcia indietro per il Regno Unito? No, ma la dura impostazione del governo conservatore potrebbe lasciare il posto ad una più soft Brexit. La sentenza in questione riguarda il ricorso presentato da un gruppo di attivisti in favore del remain che chiedeva che la richiesta di avvio della procedura di uscita del Regno Unito dall'Unione Europea passasse dal voto del parlamento.

L'alta corte di Londra ha accolto il ricorso giudicando illegittimo che il governo procedesse senza l'approvazione del parlamento.

La battaglia di Gina Miller

A portare avanti la vittoriosa battaglia è stato un gruppo di attivisti tra le cui figure spicca quella di Gina Miller, ex modella, manager, donna d'affari e creatrice di una Ong che vigila sulla trasparenza della City. La battaglia della Miller si è concentrata sul principio di non lasciare al governo la prerogativa di decidere su un argomento così importante come quello delle trattative sull'uscita dall'Unione. Il governo inglese ha immediatamente reagito alla sentenza presentando un ricorso in appello sul quale si pronuncerà la corte suprema tra l'8 e il 9 dicembre.

Se il giudizio della corte suprema dovesse confermare quello dell'alta corte al governo inglese non resterebbe che accettare di dover passare dal voto del parlamento per poter procedere. Fino ad oggi l'intento de primo ministro inglese, Theresa May, e del suo governo è stato quello di avvalersi al più presto dell'art. 50 del trattato di Lisbona, con il quale nel marzo del 2017 il Regno Unito avrebbe iniziato il suo processo di uscita dall'Unione Europea.

La Brexit diventa più soft

Il parlamento inglese non è schierato compatto come il governo in direzione della Brexit; ciò nonostante è improbabile che si esprima per un capovolgimento del risultato del referendum, che significherebbe ignorare la volontà popolare. Tuttavia potrebbe modificare il percorso che il governo aveva deciso di intraprendere in merito alle trattative da portare avanti con la Ue.

Si potrebbe optare per una Brexit più soft con accordi di partnership che favoriscano un nuovo rapporto privilegiato tra Regno Unito e l'Unione Europea, soluzione caldeggiata anche dal mondo della finanza spaventato dagli scenari prefiguratisi fino ad ora. L'appuntamento, dunque, è per il prossimo 8 dicembre, giorno in cui andrà in scena un nuovo episodio di quella che ha tutta l'aria di essere una lunghissima serie.