Partiti a seguito delle famiglie, il 10% di loro non arriva a destinazione e perde i familiari durante il viaggio. Gli altri, dopo traumi e violenze consumate tra i campi di permanenza e la traversata, giungono finalmente a destinazione senza che vi siano a livello europeo politiche adeguate di inserimento. Abbiamo assistito al degenerare del fenomeno nell'addensamento dei migranti di seconda generazione negli agglomerati urbani delle periferie, dove, in assenza di percorsi di integrazione, conducono esistenze al margine, tra droga e microcriminalità.
Quando non reclutati dagli uomini del terrore, dopo un'indottrinamento condotto da Imam senza scrupoli che fanno leva sulle debolezze socio-economiche e psicologiche dei ragazzi, paventando una giustizia sociale attraverso il loro coinvolgimento nella lotta Jihadista.
2015/2016: il fenomeno inizia ad assumere connotati drammatici
Nel 2015 gli arrivi sono stati di 1.000.000 i rifugiati, dall'inizio del 2016 sono giunti in Europa il 35% di profughi in più del gennaio dell'anno precedente, spinti dalla guerra e dalla fame. Delle 153.200 persone registrate, arrivate attraversando il mediterraneo, 143.200 sono approdate in Grecia (il 90%). Il numero degli arrivi di febbraio 2016 è di 8 volte più alto rispetto a febbraio del 2015.
Esiste una politica della regolazione e gestione dei flussi di rifugiati e migranti ad li la' delle misure restrittive lungo la rotta dei Balcani - che ha causato situazioni disperate, con 19.000 bambini bloccati, traumatizzati, a rischio di malattie, senza certezze nè tutele - o al rimpatrio forzoso attuato dalla Turchia?
Nel caos dei centri di accoglienza, quale fine attende i minori separati dalle famiglie?
Si lavora a livello istituzionale al ricongiungimento o sono destinati all'orfanotrofio?
Nel 2015, 340 bambini hanno perso la vita nel Mediterraneo, a gennaio 2016 erano già 76. I bambini sono un terzo dei rifugiati, ma soprattutto quelli non accompagnati rischiano di cadere vittime di abusi o trafficanti di minori. Per tutti le condizioni avverse del viaggio, con le temperature che spesso nei Balcani scendono in inverno sotto i 20*, le condizioni igieniche scarse rappresentano un'esperienza dolorosa e traumatizzante.
Questa situazione come si può arrestare?
L'inverno del 2016 fa segnare l'allarme per la Grecia. Nel 2017 l'ecatombe del Mediterraneo assume toni apocalittici
Durante le prime due settimane di marzo dello scorso anno, ogni giorno, circa 400-500 persone sono arrivate in Grecia, rispetto alla media di 1.200 arrivi quotidiani nel mese di febbraio e circa di 1.700 a gennaio.
Il bilancio del primo semestre del 2017 parla più la lingua delle emergenze di fame e guerre e il racconta il dramma dei profughi siriani e di chi non ha più nulla da perdere ma deve fuggire da un matrimonio combinato, lontano dall'Africa.
Così si arriva alla drammatico esodo dal Mediterraneo, che vede protagonisti anche in questo caso minori, dei quali il 75% decide in modo autonomo di intraprendere il viaggio, senza le rispettive famiglie.
Dei 12.239 minorenni arrivati in Italia nei primi sei mesi di quest'anno, addirittura il 93% ha viaggiato da solo.
La maggior parte di loro ha dichiarato, una volta in salvo, che il traumatico viaggio richiede due anni di attesa nei centri di smistamento dell'Inferno della Libia, dove gli scafisti spadroneggiano dividendosi i passeggeri, non senza prima aver abusato e sottoposto alle peggiori torture donne e minori. Non è un caso che delle giovani donne molte arrivino a destinazione incinte, dopo le violenze subite nei campi libici prima della partenza.
Come si leggono questi dati forniti dalla CO-Mai e dall'UNICEF?
Queste le domande cui i politici non hanno tempo e voglia di rispondere, perché oggi la vocazione è quella di bloccare gli arrivi, ricorrendo a mezzi più o meno leciti, o appellandosi alla reale incapacità di accoglienza dell'Italia in cui molti centri sono al collasso.
Mentre l'Europa si trincera dietro il suo quieto vivere migliaia di bimbi muoiono nella traversata dopo aver subito ogni genere di angherie o finiscono nelle trame della criminalità organizzata, o peggio nel mercato clandestino degli organi.
Attuare politiche di sensibilizzazione sui diritti dei minori in generale, e in particolare garantire la sicurezza dei migranti durante il loro lungo viaggio verso la libertà, migliorando le condizioni dei centri di accoglienza attraverso l'assistenza sanitaria e alimentare, sono un dovere di chi, solo cinquant'anni, fa si trovava nella stessa situazione confidando nella solidarietà civile e nel diritto a un futuro di serenità e pace.